Bitulite.
Bitulite. Composto di pietrisco e di sostanze cementanti bituminose, adoperato per la pavimentazione stradale. Composto. Di cosa che risulta dall'unione di più elementi. ║ Di persona che sta in atteggiamento corretto e decoroso. - Bot. - Frutto c.: quello risultante dall'aggregazione di più frutti. - Zool. - Occhio c.: quello degli insetti e dei crostacei, aggregato di tanti occhi semplici. Composto. Chim. - Combinazione definita di sostanze, ottenuta per reazione di due o più elementi fra di loro. A differenza dei miscugli, che sono una semplice mescolanza, in cui i singoli elementi entrano in quantità variabile, i c. sono costituiti da elementi presi in quantità fisse e costanti. Nel miscuglio gli elementi mantengono le proprietà che avevano prima di essere mescolati, mentre nel c. gli elementi perdono la loro individualità ed esso acquista proprietà chimiche differenti da quelle dei suoi componenti. Gli elementi del miscuglio sono facilmente separabili con mezzi fisici, mentre per separare gli elementi di un c. è necessario l'intervento di energie appropriate capaci di determinare fenomeni chimici veri e propri (metodi analitici). Nei c., inoltre, si ha sempre sviluppo o assorbimento di energia (calore, luce, elettricità), cosa che non si verifica nei miscugli. La combinazione degli elementi nella formazione di un c. è regolata da precise leggi che riguardano sia le proporzioni, secondo le quali gli elementi si combinano, sia la possibilità che questi hanno di combinarsi, cioè la loro affinità chimica. I c. chimici sono numerosissimi e si distinguono in c. inorganici e organici. I c. inorganici appartengono a quella branca della chimica che studia gli elementi diversi dal carbonio e i loro c. I c. inorganici furono per primi oggetto di indagine; erano infatti più accessibili alle ricerche degli alchimisti e successivamente agli studi scientifici dei primi chimici; fu in seguito alle conoscenze acquisite sugli elementi e su molti c. che si poté porre la chimica su basi scientifiche e farne una scienza a sé stante, con proprie leggi e propri metodi di ricerca. I c. organici fanno parte del vastissimo gruppo dei c. del carbonio, con l'idrogeno, l'ossigeno, l'azoto, lo zolfo, gli alogeni, ecc. La chimica organica divide i c. in due grandi categorie: i derivati dal metano o c. della serie alifatica, così chiamati perché ad essi appartengono i grassi naturali, formati da c. in cui gli atomi di carbonio si legano tra loro a catena aperta (aciclica); e i derivati dal benzolo o c. della serie aromatica, così chiamati perché molti di essi hanno odore aromatico, e risultano formati da c. i cui atomi si legano fra loro formando degli anelli chiusi (ciclici). Il passaggio tra le due serie è dato dalla serie aliciclica, detta anche naftenica o cicloparaffinica, caratterizzata da una catena ciclica a legami semplici, che viene di solito considerata fra i c. alifatici, perché condivide le proprietà di questi. C. saturi sono quelli nei quali le valenze degli atomi di carbonio sono tutte saturate, mentre sono chiamati c. insaturi quelli nei quali alcuni atomi di carbonio scambiano più di una valenza tra di loro, non essendo queste saturate da atomi. I c. insaturi si caratterizzano per la minore stabilità e la maggiore reattività. I c. che, avendo la stessa formula bruta, e che pur presentando proprietà chimiche e fisiche diverse, sono formati dallo stesso numero e dalla stessa specie di atomi, si chiamano c. isomeri. Sono invece chiamati stereoisomeri, quei c. che hanno tutte le proprietà chimiche e fisiche eguali ed eguale formula bruta, ma che, quando sono posti in soluzione, ruotano in senso opposto al piano della luce polarizzata. I c. endotermici sono quelli che si formano con forte assorbimento di calore; generalmente sono poco stabili e quando si scompongono producono emissione di calore. Al contrario, quei c. che si formano con forte sviluppo di calore, sono molto stabili e hanno bisogno di essere riscaldati per essere decomposti, si indicano col nome di c. esotermici. C. polari sono quelli formati dall'unione di elementi elettropositivi con elementi elettronegativi. Appartengono a questo gruppo quei c. inorganici caratterizzati dalla tendenza alla ionizzazione e che sono buoni conduttori di corrente. C. non polari, invece, sono quelli costituiti da elementi uniti da legami omeopolari; in genere sono c. organici e conducono solo debolmente la corrente. Aggregato di frammenti a spigoli vivi di roccia calcarea e silicea. Il diametro dei singoli frammenti è compreso tra 70 e 25 mm, mentre frammenti di dimensioni medie comprese tra 25 e 10 mm prendono comunemente il nome di pietrischetto. Il p. può essere ricavato in questa forma direttamente dalla cava o ottenuto da roccia compatta mediante frantumazione meccanica. È utilizzato come materiale inerte nella preparazione di calcestruzzi o per la realizzazione di massicciate stradali e ferroviarie. (dal latino substantia: ciò che sta sotto, essenza, calco del greco upóstasis). Elemento o aspetto essenziale di una cosa, che si contrappone a ciò che è invece marginale o superfluo: ciò che conta è la s. e non l'apparenza. ║ Con accezione specificamente filosofica, il carattere permanente di una data realtà, che si mantiene immutato ed è sotteso a eventuali cambiamenti. In questo senso si oppone ad accidente. ║ Realtà in senso generico, materia; in tale accezione il termine è spesso accompagnato da attributi che ne specificano la natura: s. medicinale. ║ Insieme dei beni di proprietà di un singolo, di una famiglia, di un ente o istituzione. In questa accezione è più usato al plurale: ha perso al gioco tutte le sue s. ║ S. nutritiva: il potere nutritivo di un alimento. Lo stesso significato è attribuito talvolta al termine usato in senso assoluto: la s. di un cibo. ║ S. vivente: struttura organica dotata di capacità biologica di vita (in cui cioè è riscontrabile il ciclo vitale contraddistinto dagli eventi di nascita, crescita e morte). ║ Per antonomasia, Dio, definito anche come prima s. o s. increata. - Biol. - Un complesso organico di composizione omogenea ed estensione ben definita. ║ S. bianca e s. grigia: nel sistema nervoso centrale, le due componenti fondamentali che costituiscono gli emisferi cerebrali, il cervelletto, il midollo allungato e il midollo spinale. Esse sono definite così in funzione la prima del colore delle fibre mieliniche (nervose) che la costituiscono e la seconda per la caratteristica pigmentazione dei neuroni (cellule nervose). ║ S. nera (calco del latino scientifico substantia nigra): formazione pigmentata del mesencefalo, appartenente al sistema piramidale (V. PIRAMIDALE). ║ S. corticale e s. midollare: definizioni utilizzate per definire rispettivamente la sezione periferica e quella centrale di organi a struttura non omogenea (reni, ovaie, ecc.). - Fisiol. - Termine con cui si definiscono quei composti biochimici di cui non sono noti con precisione ed esattezza gli elementi costitutivi, ma di cui si conosce l'azione svolta a livello fisiologico. Ad esempio, le s. dette istaminosimili sono composti di natura differente rispetto all'istamina, ma che svolgono una funzione analoga ad essa. - Chim. - Specie di materia che, in base a proprietà caratteristiche e intrinseche, si differenzia da ogni altra specie (acqua, vetro, legno, acciaio, ossigeno, zucchero, ecc.). Queste proprietà sono possedute da ogni corpo che risulti costituito da una determinata s., a prescindere da altri caratteri contingenti che tali corpi possano avere. Ad esempio, un bastone di legno e una barra di acciaio possono condividere il dato contingente e accidentale della forma e dello spessore, ma differiscono nei caratteri sostanziali della materia che li costituisce. - Filos. - In ambito filosofico, il termine s. (il cui corrispondente latino substantia fu utilizzato per la prima volta da Quintiliano) indica in genere un quid che permane immutato al variare delle qualità apparenti o accidentali. La ricerca di tale quid costituì la traccia fondamentale delle speculazioni cosmogoniche e cosmologiche delle scuole presocratiche, al fine di individuare ciò che riduce il molteplice a unità, ciò che è origine del molteplice e insieme ne spiega il continuo divenire. Di volta in volta il principio unificatore e regolatore del reale fu individuato nel fuoco, nell'aria, nell'acqua o in un quid indeterminato, distinto da tutte le cose sperimentabili: sempre, tuttavia, l'elemento sostanziale riconosciuto come sotteso alla realtà ebbe carattere materiale e intrinseco alla natura stessa. Anche l'unità originaria concepita dai pitagorici fu pensata come entità corporea e localizzata in uno spazio. Fu Platone il primo a pervenire al concetto di s. immateriale: le idee, infatti, sono realtà oggettive, indipendenti tanto dal mondo sensibile quanto dalla rappresentazione mentale che l'uomo si fa di esso. Si tratta di enti autosufficienti, eterni e immutabili, puri ideali intelligibili, non immanenti ma trascendenti il mondo materiale e la realtà sensibile. Ad Aristotele si devono definizioni più particolari e diversificate del concetto di s.: egli intese il termine sia nell'accezione generale di ciò che è e permane (ousía), sia di sinolo (unione) di materia e forma, in questo caso intendendo la s. non più come elemento trascendente e puro intelligibile ma come sostrato individuale. Il filosofo distinse infatti tra s. prima, cioè il soggetto che non necessita di essere predicato da null'altro, e s. seconde, le categorie intellettive con le quali l'uomo classifica il reale in generi e specie. Agostino, seguendo Platone, indicò nella mente di Dio la sede delle idee, cioè della s. ultima che si attua nelle creature. Il pensiero medioevale e scolastico approfondì la ricerca e formulò teorie assai vicine al Panteismo: se la s. è ciò che esiste in sé e che consente l'esistenza degli accidenti (ens quod per se subsistit et sustinet accidentia), è anche necessario che ogni accidente inerisca a un qualcosa che lo supporti, una s. (ciò che sta sotto, appunto) immanente a tutto ciò che esiste. Ne consegue che la vera s. si riconosce per il fatto che è sempre uguale a se stessa (quod semper id ipsum est, vera substantia dicitur). Cartesio non si discostò da tale concezione, se mai la esplicitò, affermando che, se si definisce s. ciò che non ha bisogno di nient'altro al di fuori di sé per esistere, tale s. non può essere che unica e pertanto coincide con Dio. Il termine dunque non può correttamente riferirsi a Dio e ad altri nello stesso tempo: per ciò Cartesio affiancò alla s. divina in senso stretto (casa sui) altre due s. che da essa derivano, la s. estesa (res extensa, cioè la materia) e la s. pensante (res cogitans, cioè lo spirito), definendole come res quae solo Dei concursu agent ad existendum. B. Spinoza, pur rifacendosi all'impostazione panteista cartesiana, non ne accettò le distinzioni, ma concepì la sostanza (quod in se est et per se concipitur) secondo un carattere di assoluta unicità, di cui estensione e pensiero sarebbero gli attributi, cioè le modalità della sua manifestazione. Il processo dissolutivo della nozione di s. ebbe inizio con J. Locke che, pur ammettendo la realtà della s., nega la sua conoscibilità: dal momento, infatti, che la conoscenza può basarsi solo sulle risultanze empiriche delle facoltà sensoriali e della riflessione, l'uomo non può attingere con l'intelletto il sostrato permanente e immutabile delle cose ma solo le qualità di esse e le proprie attività. La s., tuttavia, benché inconoscibile necessariamente esiste: se così non fosse le qualità e gli attributi che l'uomo percepisce sarebbero inerenti al nulla, fatto che non può sussistere. In direzione del fenomenismo progredì la speculazione di G. Berkeley, per il quale non è neppure necessario postulare l'esistenza di un sostrato permanente e immutabile cui ineriscano gli attributi: le qualità percepite dall'intelletto umano, infatti, esistono non in realtà ma solo in quanto percepite e sono instillate nell'uomo direttamente da Dio. Solo D. Hume, tuttavia, ebbe il coraggio di portare alle estreme conseguenze queste affermazioni, sostenendo l'inesistenza non solo della s. materiale ma anche di quella spirituale (che Berkeley non aveva negato). Per Hume, infatti, l'idea di s. deriva da una libera associazione della mente umana, che mediante questa categoria concettuale interpreta il dato del regolare e costante ripresentarsi all'esperienza di sensazioni simili tra loro. I. Kant sistematizzò questa intuizione, facendo del principio di s. una delle tre categorie trascendentali dell'intelletto (insieme a spazio e tempo), cioè una funzione di relazione dello spirito. La s., in pratica, è per Kant una funzione del conoscere, che consente al soggetto di unificare la molteplicità del sensibile in un'esperienza possibile: riordinando il dato esperienziale nella struttura della categoria, la s. non coincide più con l'essenza delle cose quali sono, ma solo con la rappresentazione che l'intelletto si fa di esse. L'Idealismo, infine, non poteva accettare il concetto di s. in quanto cosa in sé (cioè come oggetto che esiste esternamente all'intelletto e alla percezione di un soggetto): per gli idealisti, infatti, non si dà esistenza oggettiva di un quid che sia inconoscibile. Il contenuto del termine s., dunque, venne reinterpretato dagli idealisti non più come dato permanente e immutabile che soggiace al reale, ma come attività produttiva dello spirito, che rende attuale la realtà in quanto attua se stesso. Prodotto naturale ricavato dalla distillazione delle rocce asfaltiche, risultante per la massima parte (95%) da una miscela di idrocarburi e per circa il 5% da sostanze minerali. Le sue caratteristiche fisiche più importanti sono: peso specifico 1,030; punto di rammollimento 45; penetrazione a 25° variabile da 50 a 200; solubile in solfuro di carbonio. Trova larga applicazione nei rivestimenti stradali (bitumature) entrando nella composizione delle mattonelle d'asfalto, del mastice d'asfalto, ecc. e inoltre, nella fabbricazione delle vernici, della ceralacca, nelle giunzioni dei cavi elettrici, nella protezione dei serbatoi degli acidi. Guadagnare navigando! Acquisti prodotti e servizi. Guadagnare acquistando online. Insieme delle operazioni necessarie per fornire di pavimento un ambiente interno, oppure per dotare una strada di un piano adeguato alle caratteristiche e al volume del traffico che è destinato a scorrervi. ║ Per estens. - Il pavimento stesso, in particolare quello stradale. - Lav. pubbl. - P. stradale: strato superficiale della struttura di una strada, di una piazza, ecc., dello spessore variabile da pochi centimetri a qualche decimetro, soggetto all'azione diretta del traffico e delle intemperie e in grado di ripartirla sul piano di fondazione. Spesso con il termine p. si indicano sia la soprastruttura, ovvero la p. propriamente detta, sia la fondazione che serve principalmente a ripartire sul terreno di sottofondo i carichi concentrati delle ruote dei veicoli e il cui spessore dipende quindi dalla portanza del terreno stesso. Lo strato unico, senza fondazione, è generalmente adottato nel caso che il sottofondo della strada in costruzione sia formato da terreno solido. In questo caso viene usato materiale di pietra compresso mediante un apposito rullo compressore, ma può essere anche utilizzato un unico strato di calcestruzzo armato suddiviso in lastroni. Nel caso invece che il terreno presenti caratteristiche di cedevolezza e di non uniformità e siano inoltre presenti fenomeni di infiltrazione d'acqua, è necessaria un'adeguata fondazione, spesso preceduta da un'opera di sistemazione del sottofondo mediante drenaggi che allontanino le acque di infiltrazione o mediante la saturazione del sottofondo con aggregati lapidei. Perché la p. duri a lungo è molto importante ottenere il massimo addensamento dello strato di fondazione. Per le strade principali si ricorre generalmente a fondazioni in misto granulometrico, cioè ad una miscela di terre sabbiose e ghiaiose facilmente addensabile sotto l'azione dei mezzi di costipamento. Nelle strade meno importanti, invece, la fondazione consiste in scapoli di pietra bene assestati, con vuoti ben riempiti con scaglie. Le strade urbane dove il traffico è intenso hanno spesso fondazioni in calcestruzzo di cemento dello spessore di 10-20 cm, con armatura incrociata a maglie rettangolari. La natura degli strati intermedi che vengono stesi prima di giungere allo strato definitivo dipende da numerosi fattori: in primo luogo dalle caratteristiche del terreno e dalla necessità che questo non soffra di ulteriori deformazioni; in secondo luogo da fattori di carattere economico, quali la necessità di non impostare cantieri di tale ampiezza da rendere estremamente difficoltoso o impossibile il traffico, la possibilità di mettere a punto p. rapide, la semplicità di lavorazione. Considerazioni di questo tipo pesano specialmente nel caso si tratti di pavimentare o di ripavimentare una strada urbana, con caratteristiche tali da non poter essere sottoposta a una lavorazione che si prolunghi eccessivamente nel tempo. Lo spessore e la consistenza degli strati intermedi è comunque determinato dalle caratteristiche del traffico che è destinato ad assorbire. Dal punto di vista meccanico, la p. può essere flessibile o rigida. La prima, formata da materiali litoidi non cementati, può subire deformazioni plastiche sotto l'azione dei carichi; la seconda, costituita da materiali litoidi cementati, sotto l'azione dei carichi si comporta come una struttura elastica. Oggi le p. rigide sono molto usate perché presentano un'alta resistenza all'usura determinata dal clima e dal traffico e richiedono una manutenzione limitata. In generale si possono distinguere cinque tipi di p.: in terra stabilizzata, in macadam, in conglomerati bituminosi, in pietra, in calcestruzzo di cemento. Tipi particolari di p. sono quelle in gomma o in agglomerati di pietre dure e cemento (usate soprattutto per marciapiedi, cortili, passaggi pedonali, ecc.); quelle in argilla e polvere di mattone (campi da tennis o per gare atletiche), il cui strato superficiale può anche essere costituito da materie plastiche quali il tartan; quelle in legno, malta cementizia o marmo (piste di pattinaggio). ║ P. in terra stabilizzata: si utilizza per strade a traffico leggero e non molto intenso. La stabilizzazione delle terre si ottiene con miscele di terra a diversa granulometria e mediante l'aggiunta, se necessario, di leganti naturali o artificiali (argilla, cemento, calce idraulica, ecc.). ║ P. in macadam: p. di semplice esecuzione, e per questo largamente usata. Il tipo senza rivestimento antipolvere, il cosiddetto macadam all'acqua, viene utilizzato per strade di secondaria importanza, mentre per strade provinciali e comunali si utilizzano macadam cementati e con trattamenti bituminosi. Il macadam all'acqua, impiegato generalmente su fondazioni di pietrame o materiali di risulta di demolizioni, è costituito da una massicciata di uno o più strati di pietrisco, preferibilmente calcareo, dello spessore di 10-15 cm ciascuno, cilindrati con rulli compressori. Durante il processo di cilindratura il pietrisco viene costantemente innaffiato, in modo che l'acqua provochi l'agglomeramento della polvere prodotta dall'usura dei pezzi di pietrisco e del materiale minuto sparso sulla superficie. Dopo numerosi passaggi si forma una superficie senza interstizi, discretamente impermeabile alle acque piovane e abbastanza liscia per un traffico non troppo veloce. I macadam cementati sono costituiti da massicciate in pietrisco rinforzato con malta cementizia; se la fondazione è robusta, i macadam cementati si utilizzano per p. di strade su terreni umidi a traffico pesante e lento. All'inizio del XX sec. cominciarono ad essere impiegati i macadam con trattamenti bituminosi per strade con traffico intenso e non molto pesante, i quali, assicurando una maggiore durata della p., trovarono in seguito un ampio utilizzo. I trattamenti bituminosi possono essere superficiali (a caldo o a freddo, utilizzati sia per p. nuove sia per la sistemazione di quelle già esistenti), a semipenetrazione (anch'essi a caldo o a freddo, ma usati solo nel caso di nuove p.) o a penetrazione (a caldo, utilizzati per p. nuove). ║ P. in conglomerati bitumosi: p. usate soprattutto per le strade di grande comunicazione, formate da aggregati lapidei mescolati a leganti bituminosi, prima che vengano distesi sulla superficie stradale. I costituenti di queste p. sono le malte e i calcestruzzi bituminosi, impastati all'interno di una caldaia e di un mescolatore. La stesura del manto bituminoso può essere fatta a mano, oppure mediante l'ausilio di costipatori a piastre metalliche regolati da una saracinesca comandata a mano. Le ruote del rullo compressore vengono costantemente mantenute bagnate per evitare che il manto aderisca ad esse, impedendo quindi un funzionamento del rullo medesimo. A stesura ultimata, le p. di questo tipo non devono essere completamente prive di interstizi vuoti: la definitiva opera di costipazione viene infatti completata dal passaggio degli autoveicoli. Gli asfalti colati costituiscono un tipo particolare di p. in conglomerati bitumosi: composti da mastice di asfalto, sabbia, ghiaietto o graniglia e bitume, si usano generalmente per la p. dei marciapiedi. A causa dell'alto costo delle materie prime che entrano nella composizione dei conglomerati bitumosi, sono stati introdotti macchinari per il riciclaggio dei vecchi manti usurati. ║ P. in pietra: tipo di p. che, a causa dell'alta resistenza, della lunga durata e della possibilità di riciclare i materiali, sono ampiamente utilizzate per le strade urbane, che necessitano di frequenti riparazioni. Sono costituite da lastre o piccoli cubi di pietra distesi sopra uno strato di sabbia o malta, a sua volta disposto su fondazione o sul terreno naturale, e quindi compressi con compressori pneumatici azionati a mano. Gli elementi di pietra vengono infine sigillati con bitume a caldo o emulsione bituminosa a freddo, in modo da proteggere il sottofondo dalle infiltrazioni di acqua e da rendere più scorrevole la marcia dei veicoli. Le pietre più utilizzate sono quelle compatte, pesanti e resistenti all'usura: porfidi, dioriti, graniti, basalti. ║ P. in calcestruzzo cementizio: p. formate da lastroni rettangolari di calcestruzzo di cemento il cui spessore (variabile da 15 a 25 cm) è adeguato alla consistenza del traffico che si prevede scorrerà sulla strada. Le lastre possono essere armate con una rete a maglie quadrate o rettangolari di tondini di acciaio. Ogni lastra è divisa in riquadri da giunti trasversali e longitudinali, disposti in corrispondenza della delimitazione delle corsie a una distanza tra loro compresa tra 4 e 4,50 m. Il trasporto di calcestruzzo, dall'impianto centrale di lavorazione fino al cantiere di lavoro, viene effettuato mediante autocarri con cassa ribaltabile che scaricano il loro contenuto su una tramoggia di una macchina stenditrice. Quando il getto e la stesura sono ultimati, la p. viene ulteriormente lavorata con scope che hanno la funzione di rendere la superficie antisdrucciolevole. Per le loro caratteristiche di resistenza, di non scivolosità e di chiarezza nel colore sono probabilmente le p. più indicate per il moderno traffico pesante; tuttavia la necessità di un'accurata messa in opera e l'uso di materiali controllati le rendono particolarmente costose. Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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