Archeol. - Località dell'Iran dove si erge un'alta
parete rocciosa sulla quale Dario il Grande fece scolpire dei bassorilievi e
delle iscrizioni che ricordano, ancor oggi, le sue imprese guerresche grazie
alle quali, nei primi due decenni del VI sec. a.C., conquistò l'Impero
achemenide. La grande roccia si eleva lungo la strada che unisce Hamadan a
Kirmanshari. Le iscrizioni vennero incise in caratteri cuneiformi ma furono
ripetute anche in babilonese, in antico persiano e in elamita. Ciò
permise al glottologo orientalista inglese E. Greswicke Rawlinson di decifrare
le frasi scolpite nella roccia (1835-1847) e di apprendere il significato dei
vari caratteri cuneiformi aprendo, in tal modo, la possibilità di
tradurre le altre iscrizioni scoperte in Mesopotamia. Il bassorilievo scolpito
nella roccia rappresenta Dario, con a fianco il dio Ahuramazda, suo protettore,
mentre riceve la lunga fila dei nemici sconfitti. Per evitare che le iscrizioni
e il bassorilievo venissero danneggiati, la parete rocciosa venne incavata nella
sua parte inferiore; in tal modo nessuno avrebbe potuto arrampicarsi sulla
roccia. Ciò rese assai difficile a Rawlinson la copiatura delle
iscrizioni.