Biol. - La condizione della coesistenza nello stesso
individuo delle gonadi di entrambi i sessi; equivale a
ermafroditismo.
Ogni individuo presenta una predisposizione originaria alla
b., ossia
presenta embrionalmente le caratteristiche di entrambi i sessi. Infatti,
nell'embrione gli organi di entrambi i sessi non sono chiaramente individuabili
e non è possibile accertare il sesso del futuro bambino in questa fase,
anche se il sesso si determina in realtà molto presto, ossia non appena
è avvenuta la fecondazione dell'uovo e successivamente non vi sono
possibilità di un vero cambiamento. Con lo sviluppo della
monosessualità sopravvivono solo alcune tracce del sesso opposto (ad
esempio il clitoride sarebbe un rudimento del pene). In alcuni individui invece,
le caratteristiche sessuali del sesso opposto si presentano sviluppate in misura
tale che è difficile stabilire con precisione se si tratta di un maschio
o una femmina. Il termine viene oggi usato, più che nel senso di
ermafroditismo, per indicare l'attività e il comportamento di quegli
individui che hanno rapporti sessuali non solo con l'altro sesso, ma anche col
proprio. Secondo la tesi di vari sessuologi, la
b. sarebbe la condizione
originaria, normale della sessualità umana da cui solo successivamente e
per deviazione si sarebbe sviluppata la monosessualità o
eterosessualità, ossia la limitazione dei rapporti sessuali a un unico
sesso, quello opposto. • Psicol. - Solo
raramente il termine viene usato in psicoanalisi con riferimento a persone che
sono bisessuali, nel senso di avere rapporti sia eterosessuali che omosessuali.
Esso viene invece usato abitualmente per indicare la presenza, in uno stesso
individuo, di attributi e atteggiamenti psicologici maschili e femminili.
Secondo la teoria psicoanalitica, tutti gli esseri umani sono, per costituzione,
sotto l'aspetto psicosessuale, bisessuali. Freud basò questa sua idea sui
dati biologici e anatomici. Tali dati inducono infatti a pensare che i maschi
abbiano rudimentali organi femminili e viceversa: "Parti dell'apparato sessuale
maschile si trovano anche nel corpo della donna, seppure allo stato atrofizzato,
e viceversa. La scienza scorge in questo fenomeno un indizio della
b.,
come se l'individuo non fosse né maschio né femmina, ma sempre
entrambi al tempo stesso, solo un po' più dell'uno che dell'altro".
Convenzionale, empirica e insufficiente, come riconosce lo stesso Freud,
è l'equazione adottata per distinguere l'elemento
maschile da
quello
femminile della vita psichica: una distinzione secondo cui tutto
quanto è
forte e
attivo viene indicato come
maschile, mentre ciò che è
debole e
passivo,
come
femminile. La teoria psicoanalitica contemporanea tende a spiegare
la
b. psicosessuale riferendosi al fatto che i bambini si identificano,
in gradi variabili, con entrambi i genitori, per cui si suppone che sia
possibile attribuire una connotazione sessuale a funzioni non sessuali e
designare come
femminile il comportamento passivo, sottomesso,
masochistico, intuitivo e ricettivo e come
maschile il comportamento
attivo, affermativo, sadico, intellettivo, penetrativo. Il problema della
b. psichica è complicato dai preconcetti sociali sui
ruoli
maschile e femminile. Comunque un'analisi approfondita della
b. non
può trascurare né i fattori biologici, né le
identificazioni con i genitori e deve dare un giusto rilievo agli stereotipi
sociali che inducono l'individuo a un comportamento conforme al ruolo
assegnatogli.