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Biosociologìa.

Disciplina che rientra nella sociologia e che presuppone l'esistenza di una relazione analogica fra determinati fenomeni biologici e le dinamiche del comportamento sociale, sia animale sia umano. Questa impostazione trovò ampio credito presso la sociologia positivistica e, più in generale, presso tutte le scuole di pensiero che teorizzano il funzionamento "organico" dei sistemi sociali (ritenuti in tutto simili agli organismi umani e animali). Secondo questa disciplina, dunque, gli studi biologici fornirebbero una chiave interpretativa della fenomenologia sociale e delle dinamiche comportamentali, costituendo pertanto un essenziale supporto metodologico all'analisi sociologica. Inizialmente estremizzata in formulazioni teoriche assai ingenue, la b. postula, per il verificarsi delle manifestazioni comportamentali, il funzionamento organico di strutture che presiederebbero agli atti umani e sociali: sistema nervoso, organi di senso, sistemi ormonali ecc. Tali strutture varierebbero dall'una all'altra specie e anche tra individui di una stessa specie, determinando tipi diversi di comportamento. Lo sviluppo dell'individuo è dunque prevalentemente spiegato in chiave di determinismo biologico, o come risultato di un duplice condizionamento: filogenetico e sociogenetico, ovvero dipendente sia dal patrimonio genetico sia dall'ambiente.