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Big Bang.

Astron. - Teoria formulata dal fisico russo-americano George Gamow negli anni Trenta per spiegare l'origine dell'universo. Già negli anni Venti il matematico russo Alexander Friedmann e l'abate belga Georges Lamâitre avevano gettato le basi di tale teoria con le loro ipotesi basate sulla teoria generale della relatività di Einstein, ma furono in particolare gli studi e le scoperte dell'astronomo americano Edwin P. Hubble sull'espansione dell'universo a fornire la prova su cui Gamow basò la sua teoria. Hubble infatti, dopo aver verificato con rilievi spettroscopici che lo spettro delle varie galassie si stava lentamente spostando verso la banda del rosso (effetto Doppler), formulò la cosiddetta legge di Hubble e la costante di Hubble, indicando una proporzionalità fra la velocità di espansione, cioè dell'allontanamento delle galassie, e la loro rispettiva distanza dal sistema solare. Il punto di partenza della teoria del B.B., quindi, derivò da un semplice ragionamento: se l'universo è in continua espansione, come Hubble aveva dimostrato, allora, in passato, le galassie dovevano trovarsi molto più vicine tra loro. Risalendo nel passato, dunque, si arriverebbe necessariamente a un'epoca in cui tutta la materia dell'universo doveva essere confinata in un volume ridottissimo. Questo stato iniziale (estrema densità e altissima temperatura), che Lemâitre aveva denominato uovo cosmico o atomo primordiale, oggi è chiamato protouniverso o singolarità cosmica. Per qualche ragione il protouniverso sarebbe esploso con una violenza inconcepibile, circa 10 miliardi di anni fa, disperdendo i frammenti ad altissime velocità e dando inizio al processo di espansione ipotizzato precedentemente da Hubble. La teoria del B.B. è stata strenuamente combattuta dall'astronomo statunitense Gerard Vancouver della Texas University, con l'obiezione dell'inesistenza di basi sufficienti per trarre, da misurazioni locali (la nostra galassia), il valore medio della densità dell'universo e per indicare il grado di espansione. Inoltre la costante di Hubble non potrebbe essere affatto tale (cioè costante), in quanto è provato che gli effetti gravitazionali in seno al Gruppo locale (formato dalla nostra galassia, dalla spirale di Andromeda e da altre galassie) e anche nel Super-raggruppamento (gruppo di galassie costituito da un vario numero di Gruppi locali) rendono nullo o, per lo meno, riducono il grado dell'espansione stessa.