Voce inglese: grande banda.
• Mus. - Grandi complessi di jazz formati da ben
distinte sezioni di strumenti:
sezione ritmica, costituita dagli
strumenti a percussione, dalla chitarra (che tuttavia viene spesso utilizzata
anche in parti cantabili) e dal contrabbasso che, talvolta, funge pure da
solista;
sezione ance, formata dai sassofoni e dai clarini (ma ci possono
essere anche altri strumenti a fiato quali il saxofono, il flauto, il clarone,
ecc.);
sezione ottoni, della quale fanno parte le trombe, i tromboni e il
basso-tuba, quando c'è. La sezione ance riunisce, di norma, quattro
sassofoni (1° e 3° contralto, sassofono tenore e sassofono baritono),
ma questi strumenti possono essere anche di più, con un raddoppio del
tenore, per esempio; può inoltre farne parte un clarino fisso, ma il
più delle volte il clarino viene suonato dagli stessi sassofonisti. Le
trombe, di solito, sono quattro, e così pure i tromboni. Tra gli
strumenti della sezione ritmica, grande importanza ha il pianoforte. In genere
una
b.b. è formata da 18-24 suonatori, oltre al direttore
d'orchestra. Tutti i pezzi eseguiti sono arrangiati in modo particolare allo
scopo di ricavare dal complesso i migliori effetti; l'arrangiamento e il modo di
farlo eseguire denunciano la personalità del direttore dell'orchestra.
Tra le più celebri
b.b. statunitensi ricordiamo, prima fra tutte,
quella di Duke Ellington che, dal 1930 in poi, fu forse la più apprezzata
dagli amanti del jazz. Grandi orchestre jazz furono anche quelle di Flechter
Henderson, di King Oliver, di Mc Kinney, diretta poi da Don Redman, che
allietarono le sale da ballo americane degli anni Venti. Altre ottime
b.b. furono quelle di Earl Hines, Bennie Moten, Andy Kirk, Luis Russel,
di Louis Armstrong (1935), di Count Basie, dei fratelli Dorsey, di Red Nichols,
di Bob Crosby, di Benny Goodman, di Glenn Miller, e di Ray Bauduc.