Stato (46.500 kmq; 2.325.000 ab.) dell'Asia, presso
l'Himalaya. Confina a Nord con la Cina (Tibet), a Sud, a Est e a Ovest con
l'India. Capitale: Thimphu. Città principali: Paro Dzong, Tashigang e
Tongsa Dzong. Ordinamento: Monarchia ereditaria. Il potere esecutivo è
esercitato dal sovrano, assistito da un Consiglio Consultivo Reale e da un
Consiglio dei Ministri, responsabili entrambi davanti all'Assemblea Nazionale
(Tsogdu). Non sono ammessi partiti politici. Il
B. è membro
dell'ONU e, in base al trattato dell'agosto 1949, il suo Governo è
guidato dall'India per la politica estera e la difesa. Moneta: il
ngultrum e la
rupia indiana. Lingua ufficiale: lo
dzongkha,
appartenente al gruppo tibetano. Sono diffusi dialetti nepalesi e tibetani.
Religione: Buddhismo mahayana (70%), ma non mancano induisti (25%) e minoranze
musulmane (5%).
GEOGRAFIA
Il
B. è una regione montagnosa,
intersecata da valli profonde. Si distinguono tre regioni fisiche: ai confini
con l'India si estende una fascia collinare dove il clima caldo-umido rende
difficile l'insediamento umano; la zona centrale è caratterizzata da
altopiani e montagne di media altitudine che circondano vallate interne dove si
concentrano i maggiori centri e i villaggi agricoli; la zona a Nord comprende
una parte del Grande Himalaya, e la notevole altitudine e il clima molto rigido
uniti alle asperità del suolo impediscono qualsiasi forma di insediamento
urbano.
Cartina del Bhutan
ECONOMIA
Nel
B. possiede un'organizzazione
economica piuttosto arretrata, fondata su un'agricoltura di sussistenza e su un
limitato sfruttamento forestale. L'agricoltura è basata sulla
coltivazione di riso, mais, miglio, orzo, patate e frutta tropicale. L'industria
ha carattere del tutto locale: lavorazione artigianale di oggetti d'argento,
rame, ferro e bronzo, coperte e tessuti di cotone. Recentemente l'India e gli
Stati Uniti hanno effettuato ingenti investimenti nel Paese, che hanno permesso
di migliorare le condizioni sanitarie, nel campo dell'istruzione e delle
comunicazioni.
STORIA
Conquistato come colonia dai Tibetani nel XVII sec., il
B. passò sotto il protettorato dell'Inghilterra tra il XVIII e il XIX sec. Nel 1856 diventò Stato vassallo dell'India; costituitosi in Regno indipendente nel 1907, con il trattato indo-bhutanese di amicizia (1949) riconobbe all'India il diritto di gestire i suoi affari internazionali e la sua difesa. Nei decenni successivi il Paese cercò di estendere la propria autonomia rispetto all'India, anche operando nell'ambito di organismi internazionali: nel 1971 entrò a far parte dell'ONU e nel 1973 del Movimento dei Paesi non allineati. Dalla fine degli anni Ottanta il
B. è sconvolto da una sanguinosa guerriglia tra i buddhisti di ceppo tibetano e la forte minoranza induista di origine nepalese. Nel settembre 1990, quando il Governo represse il Partito popolare del Bhutan (BPP), già fuorilegge, che rappresentava la minoranza nepalese, vi furono gravi disordini in cui persero la vita 300 persone. Nel corso del 1990 gruppi nepalesi incendiarono scuole e distrussero ponti, mettendo anche in atto dei sequestri per autofinanziarsi. Il Governo rispose chiudendo le città del Sud, dove si concentrava la popolazione di origine nepalese. Nel 1991, il re Jigme Singye Wangchuck minacciò le dimissioni se non fosse stata approvata la sua politica verso la minoranza nepalese; alla fine dell'anno il Governo concesse l'amnistia a 800 militanti del BPP. Nel 1998 venne varato un pacchetto di riforme politiche miranti a limitare il potere monarchico. Il cammino verso una maggiore democratizzazione del Paese proseguì anche nel 1999, quando furono liberati diversi prigionieri politici. Nel 2000 il
B. fu colpito da smottamenti, causati dalle piogge battenti, che provocarono la morte di almeno 200 persone.