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Bevin, Ernest.

Sindacalista e uomo politico inglese. Cresciuto in una famiglia operaia e divenuto operaio egli stesso, si volse all'attività sindacale, acquistando notorietà nel febbraio 1920 quando guidò l'azione dei lavoratori portuali. Egli denunciò gli alti profitti accumulati dagli imprenditori, l'insicurezza della vita e le cattive condizioni del lavoro dei marittimi di fronte a una speciale corte d'inchiesta, chiamata a esaminare le loro rivendicazioni di aumenti salariali. Nel 1921 fondò il sindacato degli addetti ai trasporti e ne assunse la segreteria generale, entrando poi a far parte dell'esecutivo della Confederazione britannica del lavoro, di cui tenne la presidenza nel 1936-37. Eletto deputato nel 1940, fu ministro del Lavoro nel Governo di coalizione presieduto da Churchill (1940-45) e organizzò la mobilitazione obbligatoria della mano d'opera, in modo da disporre di tutti i lavoratori necessari per le fabbriche d'armi e per altri servizi essenziali quali l'agricoltura e l'industria mineraria. Nel 1943, nonostante la forte opposizione conservatrice, riuscì a far votare la sua legge sui salari. Quale ministro degli Esteri del Governo laburista costituitosi nel 1945 sotto la presidenza di Attlee, operò per la distensione internazionale, non riuscendo a evitare però la guerra fredda e la firma del Patto Atlantico. Stimolò il processo di decolonizzazione, favorendo l'indipendenza dell'India, di Ceylon e della Birmania (Winsford 1881 - Londra 1951).