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Betti, Ugo.

Poeta, autore drammatico e magistrato italiano. Prigioniero a Caporetto durante la prima guerra mondiale, entrò poi nella magistratura, stabilendosi dapprima a Parma e più tardi a Roma. Dalle più lontane esperienze poetiche (Il re pensieroso, 1922), narrative (Caino, novelle, 1928) e teatrali (La Padrona, 1927) fino alle più recenti commedie, B. pone e sviluppa il principio del dolore considerandolo sotto la specie della colpa, del male cioè che invade e soffoca il cielo innocente dell'uomo, coinvolgendo nella stessa bruma il peccatore e il suo giudice. I principi generali dell'esistenza (metafisici, teologici) attraggono B. per la loro indeterminatezza e per il mistero angoscioso che penetra la coscienza umana. Il povero e il ricco, il debole e il forte, il dominato e il dominatore, il peccatore e il suo giudice restano sullo stesso piano anche se in apparenza separati da indistruttibili barriere. Le individualità del mondo bettiano vivono e si nutrono di un'atmosfera impregnata di un'indefinito senso d'attesa (quasi allucinazione kafkiana), sembrano in ascolto di voci o in attesa di fantasmi, seduti pazientemente sulla soglia della coscienza. Più che individui sono anime materializzate in corpi generici, e forse per questo rarefatto cerebralismo l'opera di B. non ha acquistato la larga popolarità che meritava per le indiscusse qualità poetiche, teatrali, narrative. Fra le più importanti opere teatrali figurano: Frana allo scalo Nord (1936), Irene innocente (1946), La Regina degli insorti (1949), Corruzione al Palazzo di giustizia (1949), che ebbe grande successo di critica e di pubblico, Il giocatore, rappresentato a New York nel 1952. Fra le opere poetiche ricordiamo: Canzonette, La morte. Tra le opere in prosa, le principali sono: Le case e Una strana serata, raccolta di novelle (Camerino, Macerata 1892 - Roma 1953).