Stats Tweet

Betancourt, Romulo.

Uomo politico venezuelano. Formatosi alla scuola democratico-liberale dello scrittore R. Gallegos, ancora studente si dedicò alla militanza politica e a vent'anni, nel 1928, fu imprigionato per aver partecipato a una sommossa contro il dittatore V. Gomez. Dopo la scarcerazione, lasciò il Venezuela per il Costa Rica, ma poté ritornare in patria dopo la morte del Gomez nel 1935, mentre il regime dittatoriale, garantito dal Partito Boliviano, si trascinava stancamente sotto le presidenze del generale E. Lopez Contreras e del generale I. Medina Angarita. Nel 1941, insieme con Gallegos, cominciò a organizzare il partito dell'Acciòn Democratica che si affermò come il più forte schieramento venezuelano dopo che nell'ottobre del 1945 una sollevazione popolare abbatté il regime dittatoriale del generale Medina Angarita, portando all'insediamento di una giunta provvisoria di governo composta da civili e militari, presieduta dal giovane B., il quale decretò l'adozione del suffragio universale e autorizzò la costituzione di partiti e sindacati. Le prime elezioni libere della storia del Venezuela videro l'affermazione, nel dicembre 1947, dell'Acciòn democratica e portarono alla presidenza Gallegos, che alcuni mesi dopo fu rovesciato da un nuovo colpo di stato militare. Di nuovo costretto all'esilio, B. continuò a tenere dall'estero le fila del movimento democratico, riuscendo infine a creare una coalizione di tutte le opposizioni in un Movimento di Liberazione che, grazie al determinante appoggio di una parte dell'esercito e delle organizzazioni operaie, portò al rovesciamento della dittatura di Pérez Jiménez nel 1958 e alla costituzione di una giunta democratica di governo. Le successive elezioni videro l'affermazione del raggruppamento capeggiato da B. che assunse la presidenza (1959), avviando una politica più moderata rispetto a quella impostata da Gallegos. Ostacolato, da una parte, dalla tradizionale classe oligarchica, decisa a bloccare ogni tentativo di riforma, e dall'altra parte dalla sinistra, che reclamava una politica più avanzata la cui attuazione avrebbe richiesto una decisa revisione dei rapporti di dipendenza nei confronti degli Stati Uniti e del capitale straniero, B. preferì appoggiarsi alle forze conservatrici, ridimensionando gli iniziali programmi di riforma e ricorrendo alla forza per fronteggiare l'opposizione delle sinistre. Tale atteggiamento favorì la costituzione di gruppi guerriglieri responsabili di disordini, nonché di atti terroristici e di sabotaggio particolarmente gravi. Nel 1963 appoggiò la candidatura presidenziale del suo amico e stretto collaboratore R. Leoni, sotto la cui presidenza (1964-69) l'opposizione andò rafforzandosi. Indebolito dalla scissione dell'ala sinistra alla vigilia delle elezioni presidenziali del dicembre 1968, il suo partito fu battuto di stretta misura da quello democratico che portò alla presidenza R. Caldera. Negli anni seguenti, dall'estero B. si adoperava per rimettere ordine nelle file dell'Acciòn Democratica e alla vigilia delle elezioni rientrava in Venezuela dal volontario esilio, impegnando tutto il proprio prestigio per far eleggere alla presidenza C.A. Pérez, segretario del partito, che riusciva ad affermarsi sul candidato democristiano (Guatire, Caracas 1908 - New York 1981).