Letterato ungherese. Autodidatta, avvertì presto lo
stato culturale arretrato del Paese in cui viveva. Attirato soprattutto dal
teatro, subì l'influenza di Gottsched, di Sonnenfels e più tardi
di Voltaire. La
Tragedia d'Agide (1772) segna l'inizio del rinnovamento
letterario magiaro. Pubblicò drammi tra cui
Il filosofo (1777),
opere epiche e storiche che introdussero in Ungheria le grandi correnti del
pensiero europeo. La sua opera di maggior rilievo è il romanzo filosofico
Il viaggio di Tarimene, pubblicato nel 1930 (Bercel 1747 -
Pusztakovácsi 1811).