Filosofo francese. Nato da famiglia ebrea, studiò al
Liceo Condorcet di Parigi, rivelando spiccate attitudini per la matematica, e
successivamente alla Scuola Normale, dove optò per gli studi filosofici e
letterari, pur non trascurando quelli scientifici. Conseguita nel 1881
l'abilitazione universitaria, insegnò in vari istituti; nel 1900 ebbe la
nomina a professore di filosofia nel Collegio di Francia dove tenne corsi
affollatissimi. Nel 1914 divenne membro dell'Accademia francese. Fu presidente
della Commissione Internazionale di Cooperazione Intellettuale a Ginevra e nel
1927 ottenne il premio Nobel. Negli ultimi anni della sua vita condusse
un'esistenza appartata e si avvicinò al Cattolicesimo, pur non
abbracciandolo completamente a causa delle sue origini ebraiche. La sua opera
più importante, l'
Evoluzione creatrice, risale al 1907. Salutata
da James come "un'apparizione divina", rappresenta una vera e propria metafisica
del divenire che ha influenzato notevolmente il pensiero contemporaneo. In
opposizione all'evoluzionismo meccanico dei positivi
B. pose, quale
principio della realtà, lo slancio vitale, origine dell'evoluzione che
crea e forma in modo perennemente nuovo e infinito. Tale principio non è
colto dall'intelligenza, bensì dall'intuizione (che egli definisce
"l'istinto divenuto disinteressato") non nello spazio, bensì nel tempo.
Le progressive esperienze (che sono poi le diverse configurazioni di differenti
stati d'animo) non si sommano o si sovrappongono, ma si compenetrano fondendosi
l'un l'altra in una risultante indecomponibile, organizzandosi come note di una
melodia. "...Il nostro passato ci segue e ingrossa continuamente col presente
che raccoglie sulla sua strada...". L'organizzazione spaziale dei dati sensibili
è invece una giusta contrapposizione, poiché gli elementi
coesistono come oggetti materiali dominati dalla legge
dell'impenetrabilità dei corpi. Ne consegue il dualismo spazio-tempo e
l'opposizione scienza-filosofia. La scienza, infatti, fissa la realtà in
schemi astratti avulsi dagli intimi sviluppi dinamici; la filosofia studia,
invece, la realtà sotto il profilo dell'intuizione pura del tempo, nella
segreta dinamica interiore. Da tutti i suoi principali scritti traspare un
notevole entusiasmo legato al progresso dell'umanità. Tra essi
ricordiamo:
Materia e memoria (1896), analisi della relazione
spirito-corpo;
Il riso (1900), saggio sul significato del comico;
Le
due fonti della morale e della religione (1932), dove condanna ogni
religione positiva (Parigi 1859-1941).