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Berdjaev, Nikolaj Aleksandrovič.

Filosofo russo. Esponente della tendenza filosofico-religiosa dell'Intelligencija russa. Studente di diritto a Kiev, fu perseguitato dal regime zarista e poi da quello sovietico a causa delle sue tendenze socialiste-marxiste. Venne arrestato e fu deportato a Vologda nel 1898. Dopo la sua liberazione, avvenuta nel 1902, seguì studi filosofici e collaborò alla redazione di diverse riviste. Nel 1920 ottenne la cattedra di Filosofia a Mosca ma due anni più tardi venne espulso dall'URSS; quindi si rifugiò a Parigi. Qui fondò e diresse una rivista di studi religiosi, "La via". Filosoficamente formato alla dottrina marxista, B. passò in seguito dal Materialismo all'Idealismo critico. Egli stesso definì la sua filosofia come "una filosofia della libertà, filosofia dell'atto creatore, filosofia personalistica, filosofia dello spirito, filosofia esistenziale". Sono evidenti nelle sue opere gli influssi dostoevskijani e kierkegaardiani: interiorità tormentata e senso della perenne avventura dell'esistenza. Tra le sue opere principali figurano: La filosofia della libertà (1911), Un nuovo Medioevo (1924), Spirito e libertà (1937), Autobiografia spirituale (1947) (Kiev 1874 - Clamart, Parigi 1948).