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Berchet, Giovanni.

Poeta e patriota italiano. Figlio di un negoziante di origine svizzera, seguì studi irregolari a Milano e fu impiegato in un ufficio del governo austriaco. Fu autore di odi che contribuirono a tener viva, negli animi degli Italiani, la speranza dell'indipendenza della patria. Nel 1816, coinvolto dalla disputa tra romantici e classicisti, scrisse la celebre Lettera semiseria di Grisostomo, un vero e proprio manifesto del Romanticismo. Collaboratore del "Conciliatore" a partire dal 1818, in seguito si iscrisse alla Carboneria e fu costretto a esulare a Parigi, quindi a Londra e in Belgio. Rientrato in Italia nel 1848, partecipò all'insurrezione di Milano del 1848 e al governo provvisorio costituitosi dopo le Cinque Giornate. Dopo il ritorno degli Austriaci si ritirò in Piemonte dove fu eletto deputato nel Parlamento subalpino. Al periodo dell'esilio risalgono le sue principali opere poetiche di carattere storico e patriottico: I profughi di Praga (1821), le Romanze (1822-24) e le Fantasie (1829). Il merito principale di B. fu quello di mirare a una poesia semplice, diretta ed emotiva, in grado di trasmettere i propri contenuti anche al popolo, infondendovi spirito patriottico. Ebbe una notevole fortuna nell'Ottocento, fortuna che venne però ridimensionata nel secolo successivo (Milano 1783 - Torino 1851).