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Beovulfo.

Poema epico anglosassone di autore ignoto (VIII-X sec.). È la più antica leggenda eroica della stirpe germanica che ci sia stata tramandata; essa è contenuta in un manoscritto di circa 3.200 versi, opera assai probabile di amanuensi del Wessex e custodita, in condizioni alquanto deteriorate, nel British Museum a Londra. L'azione del poema si svolge in parte in Danimarca e in parte in Svezia; figura centrale è il re Beovulfo, capo dei Goti e nemico dei Franchi, vissuto all'inizio del VI sec. Alcuni critici hanno rintracciato in questa leggenda un significato simbolico, identificando il re Beovulfo con una divinità primaverile o solare e gli altri personaggi, tra i quali Grendel, la madre di Grendel e il Drago, con gli elementi marini che perpetuamente minacciano le costiere del Baltico. In effetti il poema, che si può dividere in due parti, ci descrive nella prima la lotta del re contro il feroce orco Grendel e contro la madre di lui, nella seconda la lotta del re contro il drago. In quest'ultima Beovulfo, che si batte per il bene del suo popolo, rimane mortalmente ferito e il poema si chiude con un canto dei guerrieri sulla sua tomba. Ricco di elementi storici e leggendari il poema unisce, a descrizioni di riti e usanze di genuina credenza pagana, pensieri e sentimenti fondamentalmente cristiani. Comunque esso costituisce un documento prezioso per la conoscenza dell'antico mondo germanico.