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Benzone.

Vescovo italiano. Originario probabilmente dell'Italia meridionale, nulla si sa della sua giovinezza né della sua formazione intellettuale e morale. Sembra che prima della sua nomina vescovile sia stato in Germania, poiché conosceva bene il tedesco e aveva una profonda conoscenza degli indirizzi della politica imperiale. Durante il pontificato di Niccolò II (1059-1061) si rivelò come il prelato italiano più devoto dell'Impero Germanico. Ebbe un compito importante alla morte di Niccolò quando, eletto dai cardinali Alessandro II, l'imperatrice reggente Agnese gli oppose il vescovo di Parma Cadalo con il nome di Onorio II. Nell'autunno del 1061 B. fu mandato a Roma dove seppe conquistare quasi tutta la città alla causa dell'antipapa. Ma, espulso Cadalo, B. vide battuti tutti i suoi piani. Nonostante il riconoscimento di Alessandro da parte della Germania, B. tentò ancora una volta di fare occupare Roma da Cadalo. In Italia svolse una grande attività contro Alessandro a favore di Enrico. Cacciato dalla sua diocesi verso la primavera del 1077, fu costretto dalle privazioni e dalle precarie condizioni di salute a cambiare l'orientamento della sua attività. Sotto il pontificato di Gregorio VII (1073-1085) infatti, durante la lotta per le investiture, si schierò apertamente dalla parte dell'impero, componendo una serie di scritti aspramente polemici contro il papato. Quando nel 1081 Enrico IV venne in Italia, B. gli era al fianco credendo nella riuscita della politica imperiale. Gli ultimi anni della sua vita sono sconosciuti; morì certamente prima della seconda spedizione di Enrico. Implicato negli avvenimenti politici e religiosi del tempo, B. ci ha lasciato su di essi un'opera curiosa e importante per la storia del suo secolo nel Liber ad Henricum. Con quest'opera B. conferma la sua fedeltà verso Enrico e l'Impero, chiedendone la dovuta ricompensa. In teoria propugna l'Impero romano cristiano sotto la guida suprema dell'imperatore a cui il Papa e i vescovi devono sottostare, sfogando tutto il suo odio contro Gregorio VII, che costituiva il maggior ostacolo all'attuazione delle sue teorie (inizi XI sec. - fine XI sec.).