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Benedettino.

Relativo a San Benedetto da Norcia. ║ Monaco appartenente all'ordine fondato da San Benedetto da Norcia. ║ Fig. - Persona erudita, paziente. ║ Liquore (preparato originariamente nel convento dei b. di Fécamp, in Francia), ottenuto mediante macerazione e distillazione di erbe aromatiche con aggiunta di sciroppo di zucchero. ║ Ordine b.: ordine monastico, fondato intorno al 529 da San Benedetto, del quale segue la regola. Rappresentò il più importante movimento monastico del Medioevo, base di tutti gli ordini maschili e femminili sorti successivamente almeno sino al XIII sec., e di tutti quelli che si uniformarono alla Regula (composta di 73 articoli preceduti da un prologo, il cui significato più profondo può essere sintetizzato dal motto ora et labora). Quando si costituì il monachesimo b., quello orientale, prevalentemente contemplativo e individualistico, era già in decadenza. Benedetto si pose dapprima a capo di un monastero presso Vicovaro, quindi raccolse attorno a sé alcuni discepoli e verso il 529 diede vita a un nuovo monastero nei pressi di Montecassino. Ai compagni dettò la sua Regula, scritta in un latino non letterario e destinata a diventare una guida sicura e una norma immutabile per tutti i monasteri b. Suoi caratteri fondamentali sono la socialità e la moderazione; il libro contiene parti che regolano la vita religiosa e parti che regolano la vita economica. Si apre con metafore derivate dalla disciplina militare: il monastero è una schola dominici et servitii, cioè un'organizzazione militare e corporativa, una milizia di frati animata da uno spirito di amorevole e disciplinata concordia. L'abate è a capo del monastero e ha un potere effettivo, che gli viene dall'essere vicario di Cristo nel monastero. Tutti i monaci sono uguali davanti a lui e ogni distinzione non può essere determinata che dai meriti che la propria condotta attribuisce a ognuno. Comunque, le differenze di meriti e di attitudini non influiscono sulla distribuzione dei beni economici, uguale per tutti. L'abate è arbitro unico delle sue decisioni; egli, tuttavia, deve consultarsi con un Consiglio minore degli anziani per questioni di carattere amministrativo, e con un Consiglio di tutti i frati per questioni più rilevanti. L'accettazione spontanea della sottomissione e dell'obbedienza è il presupposto stesso della vita monastica. Da regole di carattere generale si passa poi a regole più particolari sulla disciplina vera e propria della comunità: dal modo in cui devono dormire i monaci alle punizioni, basate sul concetto di rigenerazione; dall'organizzazione dei servizi al divieto assoluto di possedere beni personali; dalle disposizioni su cibi e bevande a quelle sul lavoro giornaliero. La società ideale proposta dalla Regula è una comunità capace di bastare a se stessa, in cui nessuno possegga beni propri e ciascuno lavori a beneficio di tutti. La stessa sobrietà è prevista per le manifestazioni religiose, regolate nella loro esteriorità da precise norme. Il termine ordine va, in ogni caso, inteso in un'accezione particolare, poiché non implica in alcun caso un'organizzazione centralizzata, ma piuttosto una confederazione di monasteri largamente autonomi: Benedetto non fondò un ordine religioso, ma un movimento e la sua Regula presupponeva l'autonomia completa di ogni comunità monastica. Essa si diffuse rapidamente e, a cominciare dal VII sec., servì da modello per vari monasteri sparsi in tutta Europa. Grande impulso alla sua diffusione fu dato da papa Gregorio Magno, che fondò monasteri a Roma, in Sicilia e in Corsica. Nell'Italia settentrionale e in Francia il monachesimo b. si incontrò e fuse con quello irlandese, che già da alcuni secoli aveva iniziato un'intensa opera di proselitismo. Oltre che nell'Europa continentale, il monachesimo b. si sviluppò in Inghilterra per opera, soprattutto, di missionari. I monasteri b. divennero centri di vita economica, bastanti a se stessi, e non tardarono ad arricchirsi grazie alle donazioni e alle oblazioni. I monaci b. finirono così col diventare una classe aristocratica, spesso dotata di vasti possedimenti. Il movimento diede vita a numerose ramificazioni e, tra i vari monaci che ne raccolsero la Regula e l'ispirazione, si ricordano in particolare quelli di Cluny, Cluniacensi, il cui monastero fu fondato nel 910; di Camaldoli, Camaldolesi, sottordine risalente al 1012; di Vallombrosa, Vallombrosani, costituitisi nel 1090; e di Cîteaux, Cistercensi, del 1098. Soprattutto l'organizzazione cistercense, che sul terreno della pura disciplina religiosa aveva riportato la Regola alla più scrupolosa osservanza b., fece rapidi progressi in tutta Europa, modificando il regime economico dei monasteri, differenziandosi dalla maggior parte delle comunità b. preesistenti. La riforma cistercense pose alla base della nuova costituzione monastica il principio che il lavoro manuale rappresentava la vera e genuina applicazione del labora previsto dalla Regola di San Benedetto. Secondo i monaci di Cîteaux (in latino Cistercium), la base di quanto necessario al sostentamento della comunità monastica doveva provenire dallo sfruttamento agricolo diretto e ogni monaco poteva essere libero, con il solo dovere di recare il contributo del suo lavoro alla proprietà comunitaria. Con la diffusione dell'ordine cistercense, vennero a trovarsi di fronte due diverse forme pratiche della vita monastica: quella che aveva trovato a Cluny la sua disciplina canonizzata e quella nuova dei Cistercensi, che apriva la strada anche a un nuovo sistema economico (V. anche MONACHESIMO). Con la bolla Summi magistri del 1336, papa Benedetto XII prescrisse la ripartizione dei monasteri b. fra 36 province, mentre il Concilio di Trento impose la loro suddivisione in congregazioni, cioè unioni federative dei vari monasteri, con a capo un abate. Dopo la grave crisi conseguente alla soppressione da parte delle autorità statali di numerosi monasteri nel corso del XVII sec., il monachesimo b. tornò a ricostituirsi in tutta Europa nel periodo della Restaurazione. Nel 1893, sotto il pontificato di Leone XIII, si giunse alla costituzione di una confederazione (comprendente tredici congregazioni sparse in tutto il mondo), retta da un abate primate eletto ogni 12 anni, ferma restando l'autonomia di ciascuna congregazione e, entro certi limiti, dei singoli monasteri. Ogni congregazione continuò tuttavia a dipendere direttamente dalla Santa Sede, avendo presso di essa un proprio procuratore. Le quindici congregazioni attualmente esistenti sono le seguenti: Congregazione d'Inghilterra, risalente al 1300 e ricostituita nel 1607; Congregazione Cassinese (o Santa Giustina di Padova), comprendente, tra le altre, le abbazie di Montecassino e di San Paolo fuori le Mura di Roma, costituitasi nel 1419; Congregazione d'Ungheria, risalente al 1514; Congregazione della Svizzera (1602); Congregazione di Baviera (1608); Congregazione del Brasile (1827); Congregazione di Francia (1837); Congregazione americana cassinese (1855); Congregazione di Beuron (1868); Congregazione cassinese della primitiva osservanza (1872); Congregazione elvetico-americana (1881); Congregazione d'Austria (1889); Congregazione di Santa Ottilia per le missioni estere (1884); Congregazione del Belgio (1920); Congregazione slava (1945). ║ Architettura b.: dell'architettura b. più antica restano rare testimonianze, nonostante l'importanza notevole che ricoprì nell'arte altomedievale. I monasteri b. si caratterizzavano architettonicamente come complessi che si prefiggevano autonomia di servizi e autosufficienza. Per questo oltre al chiostro e alla chiesa, agli edifici con funzione di dormitori, cucine, refettori, era contemplata la presenza di scuderie, magazzini, infermerie, cimiteri. Delle abbazie primitive di Montecassino e di San Vincenzo al Volturno, risalenti all'VIII sec. e distrutte dai Saraceni, resta soltanto il piccolo oratorio del Volturno, importantissimo per la conoscenza della pittura dell'Alto Medioevo. L'affermazione più alta di un'arte b., però, risale all'inizio del X sec., a Cluny, per mano dei Cistercensi. L'abbazia di Cluny divenne il modello ideale di tutta l'architettura monastica. ║ Musica b.: essenziale l'apporto dato dai b. alla composizione e diffusione del canto gregoriano (V. GREGORIANO, CANTO). Dai conventi b. di San Gallo, Einsiedeln, Saint-Martial de Limoges, Corbie, Montecassino provengono alcuni preziosi manoscritti che tramandano la tradizione gregoriana. Nei secc. XIX-XX i monaci dell'abbazia di Solesmes, operarono, attraverso un'imponente opera di ricerca e di studio, la ricostruzione del repertorio musicale gregoriano, risalendo criticamente alle fonti più antiche. A partire dal 1833 don Guéranger, abate di Solesmes, si adoperò per un ritorno al canto romano autentico, inaugurando lo studio sistematico della tradizione liturgica romana e curando un'edizione critica delle melodie gregoriane. Quest'opera di studio e di restaurazione del canto gregoriano svolta dai b. di Solesmes (approvata definitivamente dalla Santa Sede solo nel 1904) fu proseguita instancabilmente nel XX sec.