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Benda, Julien.

Scrittore e filosofo francese. Educato fin da giovane al culto della razionalità, si fece conoscere verso la fine dell'Ottocento con i suoi articoli sull'affare Dreyfus, raccolti poi in volume nel 1900 con il titolo Dialogues à Byzance. Formatosi nel gruppo di Péguy, collaborò ai Cahiers de la quinzaine. Le opere della giovinezza, saggi e romanzi filosofici, sono ispirati alla polemica contro il pensiero di Bergson e di Sorel, e contro la filosofia e la critica tedesche. Nel 1927 pubblicò l'opera che gli dette maggior fama, La trahison des clercs, in cui svolse una spietata analisi della società contemporanea e, in particolare, del ruolo degli intellettuali. Scrittore affascinante, B. è uno dei pensatori più originali e più lucidi del nostro tempo, anche se certi aspetti delle giovani generazioni gli sfuggirono. Tra le altre sue opere: Il bergsonismo o una filosofia della mobilità (1912), Il sentimento di Critias (1913) e La grande prova delle democrazie (1942), in cui riaffermò, in piena occupazione tedesca, le proprie convinzioni democratiche e antifasciste (Parigi 1867 - Fontenay-aux-Roses 1956).