(detto
Giambellino). Pittore italiano. Figlio di Jacopo. Iniziò la
sua attività nella bottega del padre insieme al fratello Gentile,
imparando a dipingere secondo i modi e lo stile tardo-gotici di Jacopo
(
Sant'Orsola, 1456, Accademia di Venezia). La conoscenza delle opere del
cognato, A. Mantegna, allora attivo a Padova, e di quelle di Piero della
Francesca lo influenzarono profondamente, spingendolo a compiere una svolta
radicale nella sua arte in senso pienamente rinascimentale. Questa evoluzione
è evidente nelle opere
Trasfigurazione (Venezia, Museo Correr) e
Crocifissione (Pesaro, Museo). Da Mantegna
B. si
differenziò tuttavia per il maggior valore attribuito al colore, per la
maggiore morbidezza e ricchezza di toni e passaggi cromatici. Con le opere
Cristo sul sarcofago (Milano, Museo Poldi Pezzoli),
Salvatore
benedicente (Parigi, Louvre), la
Pietà (Milano, Brera) e il
Polittico di San Vincenzo Ferreri (Venezia, Santi Giovanni e Paolo), il
pittore raggiunse la piena maturità artistica. Fra le opere del periodo
successivo si segnalano: la
Pala di Pesaro (
Incoronazione della
Vergine, predella e pilastri laterali, Museo di Pesaro);
Compianto sul
Cristo morto (Pinacoteca Vaticana);
Trasfigurazione, (Napoli,
Galleria Nazionale);
Pala di San Giobbe, (Venezia, Galleria
dell'Accademia);
Sacra allegoria, (Firenze, Uffizi). Pittore ufficiale
della signoria dal 1483,
B. realizzò numerosi ritratti (
Jacopo
Marcello, Washington, National Gallery;
Giovane senatore, Padova,
Museo Civico) e una serie di variazioni sui temi della
Madonna con il
Bambino e della
Sacra conversazione (Venezia, Galleria
dell'Accademia; Parigi, Louvre). L'influenza di Antonello da Messina è
evidente nelle grandiose pale per le chiese veneziane di San Giobbe, dei Frari,
di San Zaccaria e nell'
Allegoria sacra (Firenze, Uffizi) (Venezia 1430
circa-1516).
Giambellino: “La Pietà" (Milano, Accademia di Brera)
Giambellino: “Trasfigurazione” (Napoli, Museo di Capodimonte)
Giambellino: “Ritratto del doge Leonardo Loredan” (Londra, National Gallery)