Generale dell'imperatore Giustiniano. Capo dell'esercito d'Oriente, sconfisse i
Persiani nel 530, scacciò i Vandali dall'Africa nel 533, debellò
gli Ostrogoti, occupò la Sicilia, giungendo in breve a Napoli (536).
Vitige, nominato al posto del re Teodato, abbandonò Roma, occupata subito
da
B. Tornato alla riscossa, l'ostrogoto cinse d'assedio l'Urbe; ma una
pestilenza scoppiata fra i suoi soldati lo costrinse a togliere il campo. Gli
Ostrogoti, vistisi perduti, tentarono la fede di
B., offrendogli la
corona reale. Questi finse di accettare, ma quando gli furono consegnati Vitige,
il tesoro regio e le chiavi di Ravenna, proclamò la sovranità di
Giustiniano. Tuttavia l'imperatore, geloso dei suoi successi, lo richiamò
a Costantinopoli. Nel 544, rimandato in Italia con scarse forze, non poté
difendere Roma dal nuovo re ostrogoto, Totila; venne sostituito dal suo antico
rivale, Narsete. Come ultima impresa, nel 558 salvò Costantinopoli da un
attacco degli Unni. Sospettato di aver preso parte a una congiura, fu spogliato
di ogni carica nel 562. Venne pienamente riabilitato appena in punto di morte
(Tracia verso il 494 - Costantinopoli 565).