Capitale (1.168.454 ab.) della Jugoslavia e della Repubblica di Serbia. È
situata a 120 m s/m., al limite tra le colline della Šumadija e la grande
pianura pannonica, alla confluenza della Sava nel Danubio. • Econ. - La
sua posizione geografica la rende un importantissimo porto fluviale e un
primario centro commerciale, grazie anche allo sviluppo delle reti stradali e
ferroviarie, nonché all'aeroporto di cui è dotata. Le
attività industriali assumono un ruolo minore rispetto a quelle
sopramenzionate, alle quali bisogna aggiungere quelle politiche e
amministrative. Le principali industrie sono quelle meccaniche, della
cantieristica, chimiche, della gomma, cartarie e alimentari. • St. -
Fondata dai Celti nel IV sec. a.C. come centro fortificato con il nome di
Singindunum, divenne un importante
castrum romano, grazie
soprattutto alla sua posizione strategica: aperta sia verso Salonicco, sia verso
Costantinopoli e il Mar Nero, ha sempre rappresentato un punto di passaggio
obbligato tra i Paesi dell'Europa centrale e settentrionale e quelli
dell'interno della Balcania e del vicino Oriente. Venne più volte
devastata dai barbari e distrutta nel VII sec. dagli Avari. Nei secc. X-XIV fu a
lungo contesa tra Bulgari, Bizantini, Ungheresi, Serbi. Divenne dominio dei
Turchi nel 1521 e rimase in loro possesso fino al XIX sec. a parte i brevi
periodi di occupazione austriaca (1688-90; 1717-39; 1789-91). In mano ai Serbi
dal 1806 al 1813, con la creazione del principato di Serbia la cittadella e la
parte turca furono soggetti al diretto Governo turco, mentre la parte serba
acquistò, soprattutto dal 1842, la funzione di capitale della Serbia.
Questa coesistenza di Serbi e di Turchi diede vita a frequenti incidenti.
Sgombrata
B. dalla popolazione turca per la pressione delle potenze
straniere, i Turchi nel 1867 lasciarono anche la cittadella. Durante la prima
guerra mondiale fu occupata dagli Austriaci e tornò ai Serbi soltanto nel
1918. Nell'aprile 1941, dopo violenti bombardamenti aerei, fu occupata dai
Tedeschi; venne liberata nel 1944 dalle formazioni partigiane di Tito, con il
concorso delle forze sovietiche. Con lo smembramento della Jugoslavia nel 1992,
rimase capitale della nuova federazione jugoslava comprendente solo Serbia e
Montenegro. Nel 1999 i bombardamenti NATO, avvenuti in occasione del conflitto
in Kosovo, hanno provocato notevoli danni alle infrastrutture cittadine. ║
Conferenza di B.: conferenza convocata a
B. da 35 Paesi tra il
1977 e 1978, che si prefiggeva come scopo principale la definizione della
sicurezza in Europa e l'esame dell'attuazione degli accordi di Helsinki del
1975. • Arte - La città conserva poche testimonianze del passato, a
causa delle numerose distruzioni subite, tra cui i bombardamenti aerei
dell'aprile 1941. Dopo la guerra, la sua ricostruzione è stata eseguita
secondo un nuovo e moderno piano regolatore e la città si è
notevolmente ingrandita. I vecchi quartieri sorgono nel settore sud-orientale
della città, mentre sulla sinistra della Sava si sviluppa il complesso
residenziale di Nuova
B. Tra i monumenti più importanti ricordiamo
la fortezza Kalemegdan, la moschea Barjak (XVII sec.), eretta dal sultano
Solimano, la Porta dell'imperatore Carlo, eretta dal principe Eugenio nel 1719,
la cattedrale (XIX sec.), il vecchio e il nuovo Palazzo Reale, la chiesa di San
Marco, sede patriarcale, il castello di Dedinje. È sede di importanti
musei: il museo nazionale ospita un'ampia sezione dedicata alla pittura serba,
accanto a numerose opere dei principali esponenti dell'arte barocca, classica,
romantica, realista, impressionista.
Belgrado: veduta dalla Sava