Fratelli, incisori e pittori tedeschi. Entrambi operosissimi, appartennero al
gruppo detto dei "Kleinmeister", i piccoli maestri tedeschi le cui opere, di
piccolo formato, ebbero notevole influsso sulle arti minori. Ambedue
contribuirono a divulgare le forme dell'arte italiana del Rinascimento in
Germania. Nel 1525 furono cacciati da Norimberga con l'accusa di ateismo.
║
Hans: fu seguace di Dürer, pur non essendone stato
direttamente allievo. Soggiornò a più riprese a Ingolstadt, a
Monaco e infine a Francoforte. Fu illustratore, miniatore (due libri d'ore per
l'arcivescovo di Magonza) e ornò di xilografie la Bibbia per l'editore
Egenolph. Lasciò disegni preparatori per vetrate, studi fisionomici,
almeno un migliaio di xilografie, venti acqueforti, più di
duecentocinquanta incisioni su rame (Norimberga 1500 - Francoforte 1550).
║
Barchel: fu influenzato, attraverso Dürer, dal Rinascimento
italiano. Dopo la cacciata da Norimberga divenne pittore di corte di Guglielmo
IV di Baviera, nel 1527, per il quale dipinse il suo capolavoro: il
Miracolo
della Croce, opera in cui seppe fondere la tradizione nordica con
l'insegnamento rinascimentale italiano. Barthel si impose soprattutto come
ritrattista in un'ingente produzione di quadri, ora raccolti in diverse
pinacoteche. I ritratti di
Guglielmo IV e di
Ludovico X sono nella
Pinacoteca di Monaco. Assai vasta è anche la sua produzione di incisioni.
Solo alla fine della sua vita si recò in Italia, di modo che tutti gli
influssi che l'arte italiane ebbe su di lui furono solo indiretti e mediati
(Norimberga 1502 - Italia 1540).