(dall'arabo
badw: abitante della steppa). Popolazioni nomadi di razza
semitica delle steppe e dei territori desertici dell'Iran, dell'Iraq, della
Siria, della Giordania, della penisola arabica e dell'Africa settentrionale.
Alcune tribù beduine parlano la lingua araba, mentre altre usano idiomi
derivati dalle lingue camitiche (Mahra, Qara, Shahara) o dall'antico semitico
delle regioni meridionali. I
B. hanno un'economia di tipo pastorale,
basata soprattutto sull'allevamento del cammello, da cui ricavano i beni di
prima necessità; di grande importanza è inoltre l'allevamento del
cavallo. I loro frequenti spostamenti sono legati alle necessità del
pascolo e i periodi di stanziamento sono da mettere in relazione alle risorse
naturali del luogo. L'organizzazione delle tribù si fonda sulla
suddivisione in clan, composti da grandi famiglie, nelle quali vige il
patriarcato. A capo di ogni tribù, insieme ai capifamiglia dei clan, vi
è uno sceicco. Le classi sociali superiori si dedicano ad attività
quali la guerra e la razzia, tenute in alta considerazione da tutti i membri del
gruppo; le categorie impiegate nella caccia, nella costruzione di armi,
nell'allevamento, vengono, al contrario, discriminate perché considerate
inferiori. I
B. hanno fornito un contribuito decisivo alla diffusione
dell'Islamismo nei Paesi dell'Africa settentrionale; tra le loro più
importanti azioni di conquista devono essere menzionate l'invasione dell'Egitto
(640) e la devastazione del Maghreb compiuta nell'XI sec. Attualmente alcuni
Paesi arabi e Israele stanno attuando programmi per favorire la
sedentarizzazione delle tribù beduine.