(voce inglese). Ristretto gruppo di scrittori statunitensi che operarono nella
seconda metà degli anni Cinquanta fino ai primi anni Sessanta,
assecondando ma anche promuovendo un cambiamento nella cultura e nel costume del
loro Paese. ║ Per estens. - Giovane che assume atteggiamenti marcatamente
protestatari e anticonformisti rispetto alle convenzioni della generazione
adulta. • Lett. - I manifesti della
b. generation si possono
individuare nel poemetto
Howl (Urlo) di Allen Ginsberg e nel romanzo
On the Road (Sulla strada) di Jack Kerouac. Questi due artisti, cresciuti
alla scuola di William Burroughs, si erano avvicinati alla letteratura europea
del Novecento, a quel filone che presentiva il "tramonto dell'Occidente",
condotto da H.D. Thoreau e W. Whitman. La parola
b., presa in prestito
dal gergo dei jazzisti neri, doveva indicare il battuto, lo sconfitto,
l'emarginato e, nello stesso tempo, assimilare i letterati bianchi agli
emarginati della società, neri in primo luogo. Dichiarandosi separati dal
loro gruppo di appartenenza sociale, questi scrittori volevano operare un
radicale rinnovamento letterario, anche attraverso una presa di distanza dal
conformismo imperante nella società americana. Predicavano un rifiuto
della mentalità produttivistica come del modello consumistico, che
vedevano come nemico attuale della personalità e della libera scelta
degli individui. Povertà e vagabondaggio permettevano di sfuggire
all'integrazione del lavoro e del denaro: la strada diventava simbolo di
liberazione e di ascesi, di riconquista dell'interiorità, di un nuovo
contatto col divino. Su questa esigenza si innestò una deriva
misticheggiante, una religiosità ritenuta universale, densa di
suggestioni buddhiste, ma anche di reminescenze cristiane. Il ricorso alla droga
era sentito solo come una evasione dai condizionamenti della società
borghese e perbenista. • Mus. - Uno dei cardini della musica jazz e
cioè il tempo binario battuto con regolarità dalla sezione
ritmica. ║ Fenomeno musicale esploso in Inghilterra negli anni Sessanta, e
diffusosi poi internazionalmente, che impresse una svolta radicale alla musica
leggera. Partendo dalla riscoperta del
blues, si arrivò a far
prevalere il suono sulla singola nota, privilegiando la musica di gruppo e l'uso
della chitarra elettrica.