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Battly Y Ordóñez, Josè.

Uomo politico uruguaiano. Orientatosi giovanissimo verso l'attività giornalistica e politica, nel 1880 fondò il giornale radicale "El día" di cui assunse la direzione e la proprietà, facendone un importante organo di opinione. Nel 1903, in una situazione di guerra civile endemica, dovuta all'ormai secolare discordia tra liberali (colorados) e conservatori (blancos), fu eletto presidente della Repubblica e adottò una linea politica radicaleggiante con qualche venatura socialista. Dopo aver sconfitto un tentativo insurrezionale da parte dei blancos si fece propugnatore di un sistema di governo analogo a quello della Confederazione elvetica e si accinse a varare un programma di riforme molto avanzate, perseguito anche dai suoi successori e compendiato nella Costituzione del 1919. Durante il periodo della sua presidenza (1903-1907, 1910-1915), l'Uruguay si trasformò rapidamente, passando da una condizione che ne faceva uno degli Stati sud-americani più turbolenti e peggio governati a quella di uno Stato progressista con una legislazione del lavoro molto avanzata che, tra l'altro, comprendeva la giornata lavorativa di otto ore e un sistema di istruzione pubblica molto efficiente. Queste trasformazioni attrassero un notevole flusso immigratorio dall'Europa, ma non furono compiute senza resistenza, soprattutto da parte dell'aristocrazia terriera e della Chiesa cattolica, che deteneva importanti posizioni di potere. Per quanto i suoi seguaci fossero decisamente anticlericali, B. fece in modo di porsi come elemento conciliatore e riuscì a raccogliere le adesioni delle forze migliori di entrambi i partiti tradizionali, continuando a essere l'ispiratore dei Governi colorados, succedutisi sino al 1930 (Montevideo 1856-1929).