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Battiato, Franco.

Compositore, cantautore e regista italiano. Compositore forbito, cantautore-filosofo, personaggio eclettico, B. ha saputo coniugare l'anima più avanguardistica e quella più popolare della musica italiana, spaziando da opere di musica concreta alla Stockhausen a sequenze di canzonette radiofoniche, dalla world-music più articolata a concerti per quartetto d'archi, da messe e opere sacre a brani hard-rock o techno. Già con il suo primo album, Fetus (1972), impostato sul trattamento elettronico, B. tentò di svincolarsi dal formato canzone; questo processo continuò con Pollution (1973), che scardinò ogni concezione della melodia. Nell'LP Sulle corde di Aries (1973) il solito synth, fulcro degli studi dell'artista, si unì a soavi linee melodiche. Clic (1974) continuò su questa linea, con una serie di esperimenti armonici arditi (il brano Rien ne va plus utilizza chitarre scordate, pianoforte stonato, tromboni sfiatati e rumore vario). Dopo i lavori di transizione M.elle Le Gladiator (1975) e Battiato (1977), con Juke Box (1978) il musicista siciliano tornò a composizioni più brevi, che si avvalgono dell'uso del violino, suonato da Giusto Pio. Grazie all'album L'Egitto prima delle sabbie (1978) B. ottenne una menzione speciale al premio Stockhausen. L'era del cinghiale bianco (1979) segnò un cambiamento radicale: l'album comprende canzoni pop-song, caratterizzate da testi rivoluzionari, che fondono surrealismo post-psichedelico, satira sociale, invettive politiche e ricerca interiore, filtrati tramite un linguaggio estremamente colto e altisonante, ricco di termini inusitati e citazioni intellettuali. I successivi album inserirono B. in un filone più commerciale: Patriots (1980), in cui la sperimentazione strumentale è ridotta al minimo; La voce del padrone (1981) che, forte di alcuni brani quali Bandiera bianca e Cuccurucucu, rimase per mesi al primo posto nelle classifiche italiane; L'arca di Noè (1982), che riscosse pari successo di pubblico; Orizzonti perduti (1983); Mondi lontanissimi (1985). Dopo la pubblicazione di quest'ultimo album, B. abbandonò la musica di consumo per comporre l'opera classica Genesi (1987). L'LP Fisiognomica (1988) segnò il ritorno alla forma canzone: in esso B. ricerca un punto di equilibrio spirituale, con momenti di stasi sonora e scarsissima presenza ritmica. Fra il 1989 e il 1990 uscirono il live Giubbe rosse e la colonna sonora del film per la televisione Benvenuto Cellini; nel 1991 fu la volta di Come un cammello in una grondaia, riconosciuto miglior disco dell'anno. Dopo un'altra parentesi classica (l'opera Gilgamesh, 1992), nel 1993 B. pubblicò Caffé de la paix, pietra miliare della world-music, giudicato miglior disco italiano dell'anno. Seguirono Messa Arcaica, in cui la voce dell'artista compare sporadicamente, e il live Unprotected, entrambi del 1994. Nel 1995 nacque un insolito sodalizio con il filosofo Manlio Sgalambro, che firmò da quell'anno in poi tutti i testi di B.: l'occasione per inaugurarlo fu l'album L'ombrello e la macchina da cucire, che risultò tuttavia troppo ripiegato su elucubrazioni mentali e atmosfere rarefatte. Continuarono questo viaggio fra musica commerciale e composizioni ardite L'imboscata (1996) e Gommalacca (1998). Dopo Fleurs (1999) e Fleurs 3 (2002), due dischi di cover riarrangiate per quartetto d'archi, B. realizzò l'LP classico Campi magnetici (2000), comprendente musica per balletto; Ferro battuto (2001), con cui recuperò ritmi elettronici e melodie jazzate; il live Last summer dance (2003); Altri stratagemmi (2004), che spazia dalla musica colta, al pop, dall'Oriente ad atmosfere classicheggianti; il live Un soffio al cuore di natura elettrica (2005). Nel 2003 B. esordì come regista cinematografico con il film autobiografico Perduto amor, che descrive la formazione di un giovane siciliano tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Nel 2006 diresse il suo secondo film dal titolo Musikanten, sugli ultimi quattro anni di vita di Ludwig van Beethoven (n. Jonia, Catania 1945).