(da
batterio e dal greco
lógos: discorso). Parte della
microbiologia che ha per oggetto lo studio dei microrganismi unicellulari detti
comunemente batteri. Le origini della
b. risalgono alla seconda
metà del 1600, e precisamente a A. van Leeuwenhock (1632-1723). I
più grandi progressi che questa scienza ha compiuto si devono,
però, a L. Pasteur (1822-1895) e a R. Koch (1843-1910). Pasteur
studiò il comportamento dei batteri in campo agrario e medico, e
introdusse la loro coltivazione artificiale. Successivamente, fu in grado di
modificare la virulenza di alcuni germi patogeni, aprendo la strada alla moderna
immunologia. Koch, dal canto suo, mise a punto i terreni colturali solidi con
l'impiego di gelatina, agar e siero coagulato, rendendo perciò possibile
l'isolamento e lo studio di singole colonie batteriche; perfezionò,
inoltre, anche i metodi di osservazione microscopica. È grazie a questi
ricercatori (e ai numerosi colleghi che ne hanno seguito le tracce) che nei
secc. XIX e XX si scoprì definitivamente come certi batteri fossero la
causa di alcune malattie dell'uomo e degli animali. Lo studio della
b. ha
potuto svilupparsi grazie al perfezionamento di strumenti ottici come il
microscopio; con l'avvento del microscopio elettronico è stato possibile
mettere in evidenza anche la struttura dei batteri più piccoli. Essi
vengono osservati al microscopio ottico
a fresco, cioè ancora
viventi per rilevarne i movimenti; oppure, dopo un'accurata fissazione e
colorazione (il colorante entra in combinazione chimica con il protoplasma
microbico), in campo oscuro per rilevare le più minute caratteristiche
del citoplasma batterico. Il carattere sierologico (ossia, il patrimonio
cellulare antigenico) permette ai batteri di dare origine, venendo a contatto
con alcuni organismi, ad anticorpi omologhi a quegli organismi. Gli anticorpi
sono dei batteri che, coltivati appositamente, costituiscono i ben conosciuti
sieri utilizzati nella
b. medica per la terapia di diverse
infezioni. La coltivazione dei batteri ha, come fine, la loro riproduzione. La
tecnica batteriologica utilizza diversi tipi di terreni che possono essere
liquidi, gelificati o solidi (brodo di carne, infuso di patata, sangue, siero,
ecc.); essi permettono ai batteri una vita artificiale e, quindi, consentono lo
studio della formazione di colonie. Per poter studiare le proprietà dei
batteri è necessario allevarli in coltura pura, cioè in assenza di
altri batteri. Essi, pertanto, vengono isolati in modo che ciascuno crei la
propria colonia. La
semina può avvenire dentro provette di vetro o
recipienti circolari (
capsula di Petri). La
b. è andata
sempre più specializzandosi, negli anni, in diverse branche. ║
B. medica: ha per oggetto lo studio di batteri patogeni, che crescono,
cioè, nell'organismo dell'uomo e degli animali, determinando delle
infezioni. I batteri patogeni vengono isolati e studiati, per determinare la
loro sensibilità agli antibiotici. ║
B. agraria: studia i
batteri del suolo che, demolendo e
fissando gli organismi morti,
forniscono al terreno le sostanze nutritive da cui i vegetali traggono alimento.
║
B. industriale: studia i batteri, per poi impiegarli nella
sintesi biologica di certi prodotti. Ciò avviene, ad esempio, nella
produzione di vitamine e antibiotici, nell'ambito dell'industria
farmaceutica.