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Batiscafo.

(o batisfera). In senso ampio il termine si riferisce a tutti i veicoli usati per esplorare le profondità marine o lacustri; ne sono perciò esclusi tutti i mezzi subacquei di impiego militare, che vengono più specificamente chiamati sommergibili o sottomarini. Il b. è caratterizzato da un galleggiante che dispone di propulsione propria (di norma con motore a benzina o simili) e di un abitacolo. Si differenzia dalla batisfera perché quest'ultima non è dotata di alcun mezzo di propulsione ma viene calata in mare da una nave di superficie alla quale è collegata per mezzo di un cavo e di eventuali tubature e mezzi di comunicazione. Il primo progetto di b. è dovuto allo svizzero Auguste Piccard e risale al 1938; la sua costruzione ebbe luogo però soltanto nel 1948, dopo la seconda guerra mondiale e venne sovvenzionata dal Governo belga. Durante il primo tentativo di immersione presso le coste occidentali africane peraltro, il primo modello di b. andò distrutto. Assistito finanziariamente dal Governo francese, Piccard mise in cantiere un secondo b. che però non giunse alla fase conclusiva in seguito a divergenze sorte fra lo scienziato e il Governo francese. Piccard decise allora di costruire un terzo modello a proprie spese e ne affidò la realizzazione a due ditte italiane: i Cantieri Riuniti dell'Adriatico (Trieste) per la struttura esterna e le acciaierie di Terni per la "sfera". Il b. fu battezzato Trieste e il suo montaggio definitivo fu opera dei Cantieri Riuniti di Napoli. Nell'agosto 1953, il Trieste, appoggiato da navi della Marina Militare italiana, effettuò la sua prima immersione al largo di Ponza e raggiunse i 1.100 m di profondità; una seconda immersione, avvenuta nel settembre dello stesso anno, portò il b. ad oltre 2.200 m sotto la superficie del mare. Passato alla Marina Militare statunitense, il Trieste nel 1960 con a bordo il figlio di Auguste, Jacques Piccard, e il tenente di vascello Don Walsh, toccò, nella Fossa delle Marianne, i 10.987 m di profondità. Il record non fu più battuto. La sfera del Trieste misura poco meno di 2 m di diametro; è costruita in acciaio mentre il galleggiante, costituito da una struttura in lega leggera e incompressibile, contiene 70 t di benzina. A mano a mano che il b. scende, la benzina, leggermente più compressibile dell'acqua, diviene a poco a poco più pesante. Vari congegni controllano il perfetto assetto dello scafo. Ad opera della Marina statunitense il Trieste subì, in seguito, sostanziali modifiche e oggi, contemporaneamente al b. Archimede, costruito dai Francesi sul vecchio progetto di A. Piccard, viene usato per ricerche scientifiche; fu impiegato anche per la ricerca del sommergibile atomico Thresher scomparso nell'oceano Atlantico. Nel 1959 venne varato un altro moderno b., la Soucoupe plongeante del comandante Cousteau. Con un equipaggio di due uomini poteva scendere fino a una profondità di 300 m; lo scafo era di forma elissoidale, pesava solo 3 t, ed era mosso da un motore di appena 3 HP. Il pilotaggio veniva effettuato per mezzo di due ugelli idraulici. Da allora sono stati costruiti molti altri b., quasi tutti basati sul principio sfruttato da Cousteau; hanno in genere forma sferoidale e sono costruiti in materiale resistente rivestito da un involucro aerodinamico; un'ossatura longitudinale collega la sfera alla struttura aerodinamica. Altro b., americano questo, è l'Aluminaut, che non ha scafo sferico ma è costituito da una serie di anelli in lega d'alluminio bloccati a delle calotte emisferiche poste alle due estremità, ed è stato progettato per raggiungere i 4.500 m di profondità. A profondità maggiori possono scendere i b. Deep Quest, usati anche per soccorso, per recupero di sottomarini e per ricerche con scopo di sfruttamento industriale dei fondi marini: il Deep Star e l'Alvin. Tutti appartengono alla categoria dei "sommergibili civili" non legati alla vecchia formula (Piccard) del galleggiante; utilizzano, per lo più, la propulsione a eliche. Di norma la velocità di questi b., in immersione, non supera i tre nodi, raramente i 4 nodi, e sono tutti in grado di manovrare anche entro correnti sottomarine con velocità aggirantesi sui 2 nodi circa. Tipico il sistema di propulsione dell'Aluminaut che dispone di un'elica mobile su asse verticale. Sul Deep Quest ci sono ben sei motori orientabili prodieri e poppieri oltre ai due propulsori principali disposti a poppa; il controllo dei vari motori viene effettuato dal pilota per mezzo di un piccolo computer mentre il controllo degli spostamenti e dell'assetto è manuale. Importantissima, nei b., è la visibilità; vengono generalmente usati oblò, razionalmente disposti, costruiti in perspex. La posizione del pilota e dell'osservatore varia a seconda del tipo di b.; nella Soucoupe, nel Deep Star 4.000 e nel Deep Star 2.000 l'equipaggio è costretto a una posizione prona; in tutti gli altri battelli, pilota e osservatore devono stare seduti in posizione che risulta quella meno adatta a una miglior visibilità, trovandosi gli occhi a una distanza di un metro circa dall'oblò, con un piccolissimo angolo di visibilità attraverso un oblò che, di norma, non supera i 15 cm di diametro. Recentemente sono stati impiegati anche circuiti televisivi chiusi e sistemi di lenti e riflettori; ma la miglior soluzione ottenuta finora è quella ideata dalla General Motors per il suo b. DOWB che, al posto degli oblò, dispone di due obiettivi grandangolari (occhio di pesce) orientabili sia verso l'alto che verso il basso. Sui moderni b. esistono poi apparecchiature in grado di fornire all'equipaggio i dati relativi alla profondità, all'assetto, alla velocità, all'immersione e all'emersione, ai mutamenti di rotta, ecc. Per determinare la distanza dal fondo marino, per esempio, è usata un'apparecchiatura simile a quella di cui sono dotati gli aerei. Secondo il regolamento della marina statunitense per i b. sono richiesti, a bordo dei veicoli civili sottomarini, apparecchi in grado di segnalare: l'altezza e la profondità; l'assetto e la rotta; il rilevamento della posizione; la segnalazione di eventuali ostacoli; le circostanti eventuali costruzioni; il controllo delle possibilità di rientro; il controllo dell'avvicinamento all'area operativa, ecc. A bordo devono quindi esserci bussola giroscopica, misuratore di effetto Doppler, sistema di assi cartesiani, calcolatrice manuale, ecogoniometri, idrofoni speciali e un ecogoniometro stereoscopico. Inoltre, sempre a bordo, sono installati dispositivi di sicurezza per l'equipaggio (depurazione dell'aria e rifornimento di ossigeno) che, tra l'altro, comportano sistemi per il rapido abbandono dello scafo in caso di emergenza e dispositivi per lo sganciamento di zavorra. Esternamente, molti modelli di b. sono dotati dei cosiddetti "manipolatori" controllabili dall'interno; apparecchi per l'osservazione acustica o fotografica; attrezzature per il trasporto di oggetti vari; misuratori di temperatura; misuratori della velocità delle correnti, ecc. In generale tutti i b. vengono trasportati nell'area operativa da una nave madre e sono assistiti da imbarcazioni di vario tipo (catamarani o pontoni). Tra gli usi più recenti dei b. è il trasporto di palombari sistemati in un apposito compartimento del veicolo, a pressione ambientale; i palombari, poi, vengono utilizzati a profondità dell'ordine dei 300 m circa. Particolarmente attrezzati per questo lavoro sono i b. Beaver e Sea Diver. Ma grandissima importanza hanno i b. per l'osservazione sottomarina. La Soucoupe, per esempio, è stata utilizzata per l'esame approfondito del fondo marino nello Stretto di Messina in previsione della costruzione del grande ponte che potrebbe collegare la Sicilia al Continente. Gli inconvenienti finora riscontrati nei b. sono l'inadeguata potenza, i limitati sistemi di controllo della navigazione, la scarsa manovrabilità in caso di condizioni ambientali avverse. Sono problemi non facili da risolvere ma già molti dei b. costruiti per usi utilitari vengono oggi sfruttati per l'acquisizione di determinate esperienze tecniche relative alla costruzione. Peraltro, l'uso di questi battelli si sta estendendo sempre di più. Inoltre il b. è impiegato anche per ricerche geologiche e per lavori scientifici di "prelievo". Si noti poi che la facile trasportabilità dei b. da un punto all'altro della superficie terrestre (per terra o per mare) ne rende ancor più esteso l'impiego.
Schema del batiscafo Trieste II