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Bassorilievo.

Tipo di scultura, derivata dal graffito, nella quale le forme non hanno la loro pienezza, ma si presentano con rilievi che si staccano da un fondo verticale, con infinite gradazioni di profondità, le quali vanno dal mezzorilievo allo stiacciato (disegno della figura di poco emergente dalla base). Scolpito su marmo, bronzo, legno, gesso o creta, il b. era già noto nelle epoche più remote della civiltà. Tremila anni prima di Cristo gli Egizi erano già a conoscenza di questa tecnica che per decine di secoli, pur attraverso perfezionamenti formali, seguì alcuni schemi tradizionali: figure poco rilevate dal fondo, minuziosa e raffinata ornamentazione, particolari modellati con incavi piuttosto pronunciati. I b. assiri e babilonesi caratterizzati da una lievissima sporgenza, sono tuttavia estremamente ricchi di particolari che li portano ad assumere una funzione altamente decorativa; risalenti alle varie civiltà elleniche primitive, invece, si trovano b. in cui con genialità multiforme sono state ottenute figure stilizzate e armonia degli spazi e dei volumi. L'arte greca del periodo aureo preferisce l'altorilievo, ma si cimenta anche in questo tipo di scultura, toccando così le più alte vette della bellezza. Tipici esempi di perfezione stilistica sono le metope del tempio di Zeus ad Olimpia, il fregio del Partenone, il sarcofago di Sidone, i fregi dell'altare di Pergamo e dell'Eretteo. I Romani usarono con abbondanza i b., dapprima seguendo l'esempio greco, come nell'Ara pacis, successivamente individuando forme e tecniche proprie che si espressero con grande varietà e raffinatezza, come nella Colonna Traiana, nell'Arco di Costantino, nella base di Diocleziano del Foro e in numerosi sarcofaghi. Lo stile bizantino porta nei b. un disegno primitivo e una brevità di intagli che li rende preziosi e pittorici: esempi notevolissimi sono i paliotti, i capitelli e le tombe delle chiese di Ravenna e di Venezia. Durante tutto l'Alto Medioevo il b. si esprime unicamente attraverso incisioni su marmo di trecce di vimini (transenne del duomo di Cividale) mentre, durante il periodo romanico, in cui la scultura ebbe essenzialmente funzione decorativa, i b. sono straordinariamente variati nella composizione e ricchi di particolari simbolici, tanto da diventare elementi architettonici caratteristici. L'arte gotica usa in questo tipo di scultura figure puramente geometriche o tratte dalla natura, raggiungendo anche in questo genere dei veri capolavori (i pannelli di Giovanni Pisano per il Fonte battesimale di Perugia e i b. del Duomo di Orvieto, eseguiti da Lorenzo Maitani). Fu comunque durante il Rinascimento che il b. conobbe il suo periodo di massimo fulgore, soprattutto grazie alle ricerche di prospettiva e dell'uso degli effetti atmosferici (Ghiberti-Donatello). Nel Rinascimento maturo, così ben esemplificato dal Sansovino, prevale principalmente il b. pittorico. Tutti i grandi artisti del Rinascimento si valsero comunque del b. Diedero prova delle loro qualità specialmente gli scultori toscani: Donatello, Benedetto da Maiano, Luca della Robbia, Iacopo della Quercia nei drammatici rilievi del duomo di Bologna e Ghiberti nelle meravigliose porte in bronzo del Battistero di Firenze, ci presentano mirabili esempi del b. quattrocentesco. Verso la fine del XVIII sec. il b. fu riportato in onore da Canova, nella sua forma classica dal risalto lieve; in epoca moderna la tecnica di questa scultura non ha subìto grandi mutamenti, ma sono cambiate notevolmente le forme, che sono state adattate ai vari movimenti artistici contemporanei. Attualmente il b. ha ritrovato una sua espressione attraverso artisti (Manzù) che hanno raccolto l'eredità dell'Impressionismo.