Commedia in due atti, in dialetto veneziano, di Giacinto Gallina, rappresentata
nel 1894. Alvise, figlio del vecchio nobiluomo Vidal, ha sedotto una popolana,
Cecilia, che si è poi sposata con un uomo equivoco e ricattatore.
Condannato a tre mesi di prigione per i suoi loschi affari, costui sospetta che
la bimba nata dal matrimonio sette mesi dopo il suo ritorno sia figlia di
Alvise, e ricatta il padre di lui. Il vecchio gentiluomo inorridisce: non gli
pare possibile che suo figlio abbia potuto giocare con l'onore di una ragazza,
gli pare più mostruoso ancora che tutto questo si possa aggiustare con il
denaro,
la base de tuto. Tuttavia è costretto ad accettare la
morale del tempo, con qualche debole speranza in un futuro migliore. In questa
bella e spietata commedia, l'autore rinuncia a ogni retorica e indaga il
carattere e l'animo dei personaggi con grande acutezza.