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Bartók, Béla.

Compositore ungherese. È uno dei più importanti musicisti contemporanei. L'ampia e varia produzione di B., informata a un'audacia armonica, ritmica e coloristica, trae impulso dal suo istinto rapsodico (popolare e nazionale) che si esprime con maestria difficilmente raggiungibile. B. attinge direttamente alla fonte viva del melos contadino, raggiungendo un ideale sonoro analogo a quello del contemporaneo Stravinskij, pur restando fuori dell'atmosfera creativa di quest'ultimo. I motivi della musica popolare ungherese (studiata insieme ad altre tradizioni folcloristiche da B. e dal suo collega Zoltán Kodály) sono filtrati e assorbiti dal livello lirico, sebbene alcune sue composizioni ricordino la dodecafonia di Schönberg e alcune forme caratteristiche di Stravinskij. Taluni critici pongono l'accento sull'espressionismo dodecafonico quale elemento importante nella sua formazione, pur convenendo nel riconoscere il personalissimo linguaggio bartokiano; altri, invece, trovano decisivo l'influsso di Debussy. Quest'ultima opinione troverebbe conforto in una delle prime opere teatrali, Il castello del principe Barbablù (1911, in un atto), per le notevoli affinità con il compositore francese. Citiamo ancora, tra le altre opere: Il mandarino meraviglioso (1918-1919, pantomima in un atto), la Suite per orchestra (opera giovanile d'influsso straussiano), Quinto quartetto (per archi, 1934), Musica per strumenti a corda, celeste e batteria (1936, tre tempi di intenso sviluppo tematico), Quindici canti contadini ungheresi (per piano) e i più recenti Concerto per orchestra (1943), Sonata per violino solo (1944), Terzo concerto per pianoforte e orchestra (1945), Concerto per viola e orchestra (1945), incompiuto (Nagyszentmiklós, Transilvania 1881 - New York 1945).