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Barbàrico.

Dei barbari, con riferimento alle popolazioni germaniche che alla fine dell'Evo antico invasero e occuparono i territori dell'Impero Romano. ║ Rozzo, incolto, feroce. • St. - Invasioni b.: nel tardo Impero Romano, vennero così denominate le grandi correnti migratorie dei popoli germanici, che portarono alla formazione dei regni romano-b. (IV sec.). Il progressivo indebolimento della potenza militare di Roma e la necessità di difendere i confini dell'Impero da pericolose invasioni, indussero gli imperatori romani a concedere terre lungo i confini a tribù germaniche alleate e ad ammettere numerosi barbari nell'esercito imperiale. A cominciare dal III sec. le frontiere dell'Impero furono attaccate in vari punti; i barbari furono dapprima respinti, ma la loro presenza fermò l'espansione romana nell'Europa continentale. Lungo le frontiere romane, da Ovest a Est, si stanziarono i Franchi nel Basso Reno, gli Alamanni nella Germania meridionale, i Vandali in Ungheria e nella Slesia, mentre i Goti occuparono un territorio che si allargava sino alla Russia meridionale, dividendosi in Visigoti (occidentali) e Ostrogoti (orientali). Alle loro spalle premevano altre tribù, tra cui quelle dei Burgundi sul fiume Meno, dei Sassoni sul Weser, dei Longobardi nella Slesia. Penetrati nella Russia meridionale, gli Unni, provenienti dalla steppa, distrussero nel 374 il regno Ostrogoto del Dniepr; in seguito si diressero nella pianura ungherese e seminarono il terrore tra i Visigoti. Questi ultimi ottennero il permesso di entrare nel territorio dell'Impero, cioè di attraversare il Danubio e poi di stabilirsi nella penisola balcanica, assumendo la funzione di esercito dell'Impero, mentre il loro re otteneva il grado di generale romano (magister equitum). Dopo il 395, gli stessi comandanti in capo dei due eserciti imperiali erano germanici: Rufino in Oriente, sotto Arcadio, e Stilicone in Occidente, sotto Onorio. Quando poi quest'ultimo fece giustiziare Stilicone nel 408, lasciò via libera ai Visigoti che, al rifiuto di Onorio di concedere la provincia del Norico (Austria meridionale) al loro re Alarico, da tempo riconosciuto come generale romano, marciarono su Roma (410) e saccheggiarono la città; si riversarono inoltre sulla Gallia meridionale, passando poi in Spagna, dove ottennero terre e il riconoscimento di vassalli dell'Impero. Attraverso il Reno, avanzarono Vandali, Alani e Svevi, che, grazie alla loro cavalleria, procedettero rapidamente verso Sud attraversando i Pirenei. Mentre gli Svevi si stabilivano nella Spagna nord-occidentale, i Vandali, guidati da Genserico, attraversarono lo stretto di Gibilterra e nel 439 conquistarono Cartagine, costituendo un regno indipendente che fu riconosciuto dall'imperatore. La conquista della Gallia settentrionale e centrale da parte dei Franchi venne completata verso la metà del V sec., mentre i Burgundi occuparono il territorio lungo il Reno. In Britannia la maggior parte delle truppe romane fu ritirata nel 407. Verso la metà del V sec. Romani e Germani si unirono per fronteggiare l'invasione degli Unni penetrati attraverso la pianura ungherese al comando di Attila. Nel 476, anno in cui viene datata la fine dell'Impero Romano d'Occidente, il capo mercenario germanico Odoacre si impadronì del potere, in seguito a un'insurrezione di milizie b. al servizio dell'Impero. Odoacre rinunciò ad assumere il titolo di re e non modificò sostanzialmente le leggi romane; dopo solo tredici anni di dominio il suo posto venne preso da Teodorico, re degli Ostrogoti. Nuove invasioni di grande rilevanza si registrarono nei sec. VIII (Arabi), IX e X (Vichinghi, Magiari, Ungari) e XIV (Turchi ottomani); nei secc. XIII e XV riguardarono ancora l'Europa orientale, soprattutto la Russia dove giunsero i Mongoli provenienti dalle steppe dell'Asia centrale.
Cartina delle invasioni barbariche nel III sec.

Cartina degli stanziamenti dei Barbari nel IV sec.