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Bangladesh.

Stato (147.570 kmq; 134.717.000 ab.) dell'Asia meridionale. Confina a Ovest, a Nord e a Nord-Est con l'India, a Sud-Est con il Myanmar, ed è bagnato a Sud dall'Oceano Indiano (golfo del Bengala). Capitale: Dacca. Città principali: Chittagong, Nārāyanganj, Khulna, Barisāl, Saidpur e Comilla. Ordinamento: Repubblica indipendente nell'ambito del Commonwealth britannico. Moneta: taka. Lingua ufficiale: bengali; è usato l'inglese. Religione: musulmana, con minoranze induiste, buddhiste, cristiane, animiste. La popolazione è in grande prevalenza di ceppo Bengali, con una minoranza di Bihari, profughi provenienti dall'India.

GEOGRAFIA

Il B. corrisponde in larga misura alla regione storica del Bengala; comprende le pianure e il delta del Gange-Brahmaputra. Il territorio è in prevalenza pianeggiante, con altitudini non superiori ai 90 m s/m., ad eccezione di una ristretta zona meridionale (Chittagong) che ospita i rilievi premontani del sistema montuoso appartenente al Myanmar. ║ Morfologia: si distinguono tre diverse fasce territoriali. A Nord la pianura compresa tra i fiumi Brahmaputra e Gange è costituita prevalentemente da antichi terreni di origine alluvionale, spesso ricoperti dalla giungla e soggetti a forti inondazioni provocate dagli affluenti dei due grandi fiumi, provenienti dall'Himalaya. Al centro, la pianura è digradante verso il mare ed è caratterizzata da depositi alluvionali che, formando veri e propri argini naturali, danno spesso origine a paludi e acquitrini, soprattutto nel corso delle inondazioni, anche qui piuttosto frequenti. Il terreno in questa zona è molto fertile, grazie alla presenza di abbondante limo. Il territorio è anfibio, sia a causa delle inondazioni, che delle maree, ed è caratterizzato dalla presenza di una vasta foresta di mangrovie. La parte occidentale di questa fascia costiera prende il nome di Sundarbans, termine che deriva dalla specie arborea "sundari", assai diffusa nella zona. Ben diversa è la regione delle colline di Chittagong, costituita da una serie di colline appartenenti al sistema montuoso del Myanmar, alte fino a 600 m s/m. Le coste sul golfo del Bengala sono basse, quasi dovunque desertiche e molto instabili soprattutto nei Sundarbans. ║ Idrografia: comprende numerosi fiumi tra cui il Gange-Brahmaputra, il Meghna, il Tista, il Pomodor, lo Jamuna, il Barak. Il controllo del flusso delle acque e i sistemi di irrigazione assumono una importanza vitale per la sopravvivenza di un popolo dedito prevalentemente all'agricoltura. ║ Clima: è di tipo monsonico, caratterizzato da una stagione fredda (da ottobre a marzo) e una calda delle piogge (da giugno a ottobre) con precipitazioni che talvolta superano i 5.000 mm annui. Le temperature medie invernali si aggirano intorno ai 18°C e le estive intorno ai 28 °C. Il problema dell'abbondanza di acqua è per il B. piuttosto grave e può diventare catastrofico se la stagione delle piogge si sovrappone alle piene dei fiumi durante il disgelo sui monti dell'Himalaya. ║ Flora e fauna: la vegetazione è di tipo tropicale nelle zone di basso piano, mentre sulle colline si incontrano vasti tratti a savana. La fauna è molto ricca ed è rappresentata da tigri, leopardi, cervi, orsi, scimmie, cinghiali; moltissimi sono i rettili. Numerose sono anche le specie di uccelli e di insetti.
Cartina del Bangladesh


ECONOMIA

Il B. è uno dei Paesi più densamente popolati di tutto il mondo (846 ab./kmq); questo fatto provoca enormi problemi di occupazione e sostentamento a uno Stato già poverissimo. Il tasso di urbanizzazione è molto basso (16% della popolazione). L'economia, di tipo assai arretrato, è essenzialmente agricola, grazie anche al clima umido che consente di effettuare tre raccolti annuali. Si coltivano soprattutto riso, cereali (grano), legumi, indaco, oppio, tè, canna da zucchero, droghe, cotone e tabacco. Molto elevata è la produzione di iuta, che rappresenta una delle più importanti voci di esportazione e che riesce a coprire gran parte dell'intero fabbisogno mondiale. La principale coltura, quella del riso, non riesce egualmente a soddisfare le esigenze del consumo interno. Tra i prodotti del suolo destinati ad uso industriale citiamo anche i semi oleosi, ricavati dalle piante di arachide, dal lino, dal ricino e dal sesamo. Una buona diffusione ha anche l'allevamento di bestiame e, in particolare, quello dei bovini, anche se gli animali sono spesso denutriti per mancanza di adeguati pascoli. Una buona fonte economica è la pesca, sia in mare che nelle acque interne. Le risorse minerarie offrono carbon fossile, gas di idrocarburi e petrolio, recentemente scoperto anche nei territori limitrofi al Myanmar; esistono miniere di ferro e piccoli giacimenti di stagno, wolframio e piombo. La struttura industriale del Paese è ancora molto limitata. Le industrie principali, sviluppatesi soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, sono rappresentate da cartiere, da stabilimenti tessili, chimici (fertilizzanti) e di lavorazione delle pelli. Più recenti sono le industrie siderurgiche e quelle automobilistiche; notevoli i cantieri navali, i cementifici, le vetrerie, gli stabilimenti per la lavorazione della gomma e le industrie alimentari. Diffuso è ancora l'artigianato, che si distingue soprattutto nella fabbricazione di tessuti pregiati di seta e di cotone (mussola). Anche la produzione di tappeti è pregevole. L'esportazione, che riguarda particolarmente alcuni prodotti agricoli, il pesce e la carta, è in prevalenza diretta verso l'India, gli Stati Uniti e alcuni Paesi europei. Il porto marittimo principale è quello di Chittagong, posto sulla costa orientale del golfo del Bengala.

STORIA

Incluso dal 1947 nel Pakistan con il nome di Pakistan Orientale, il B. cominciò subito a mostrare forti tendenze autonomistiche, dovute principalmente al fatto che si erano fusi in un unico Stato due territori lontanissimi per cultura, tradizioni e sviluppo economico, accomunati solo dalla presenza di popolazioni di religione islamica. A ciò si aggiunse la difficile situazione che caratterizzò la vita del Pakistan negli anni Cinquanta e Sessanta: scioperi, rivolte, formazione di partiti di opposizione (V. PAKISTAN). La degenerazione del clima sociale e politico finì con lo sfociare in violenti disordini, iniziati nel novembre 1968 e intensificatisi dopo le elezioni del dicembre 1970 in cui la Lega Awami, decisa a istituire un sistema che garantisse l'autonomia amministrativa ed economica del Pakistan Orientale, conquistò 151 dei 162 seggi. Nell'aprile del 1971, mentre le autorità centrali perdevano il controllo della situazione, nella regione orientale venne istituito un Governo provvisorio, primo passo verso la secessione. L'integrità territoriale dello Stato pakistano risultava pertanto ormai definitivamente compromessa e l'intervento dell'India a fianco del Pakistan Orientale portò nel dicembre 1971 al breve conflitto indo-pakistano e alla nascita dello Stato indipendente del B., sotto la leadership politica dello sceicco Mujibur Rahman, capo della Lega Awami. Nel dicembre 1972, il nuovo Stato si diede una costituzione democratica e la prima fase post-costituzionale si concluse con le elezioni del marzo 1973, dominate dalla Lega Awami che conquistò 291 dei 300 seggi dell'Assemblea. Molto difficile si presentava la situazione per un Paese poverissimo, posto sotto la tutela dell'India, costretto a rimanere fuori dall'ONU per il veto della Cina, privo di una classe politica con precedenti esperienze di governo e con una classe dirigente mediocre e corrotta, composta prevalentemente da proprietari terrieri, usurai, commercianti e piccoli industriali. In questa situazione, lo sceicco Rahman assunse l'impegno ufficiale di promuovere la rapida trasformazione del Paese e di una società che egli definiva "feudale, dipendente interamente dall'agricoltura", per fare del B. "uno Stato socialista, libero da ogni sfruttamento esterno". Venne varato un piano di sviluppo quinquennale che, attraverso la ristrutturazione della proprietà terriera, intendeva portare il Paese verso l'autosufficienza alimentare. Alla crisi economica si unì quella politica drammaticamente espressa dal susseguirsi di assassinii politici (470 nei soli mesi di luglio e agosto 1973). La situazione politica portò, tra l'altro, alle dimissioni, nel dicembre 1973, del presidente della Repubblica Abu Choudhurty, sostituito da Mohammed Ullah. La leadership politica rimase invece saldamente in mano al primo ministro Rahman che, nel luglio 1974, operò un ampio rimpasto di governo e nel 1975 abolì il sistema parlamentare, assumendo pieni poteri e istituendo un regime a partito unico. Nell'agosto dello stesso anno, Rahman venne ucciso in seguito al colpo di Stato guidato dal generale Ziaur-Rahman. Quest'ultimo instaurò la legge marziale e diede vita a un regime fortemente accentrato che non concedeva alcuno spazio all'opposizione. Nel 1977 apportò alcune modifiche alla Costituzione che sancivano l'abbandono del principio della laicità dello Stato e la sua trasformazione in Stato islamico. Le elezioni presidenziali del 1978, svoltesi con scarsissime garanzie di democraticità, confermarono la leadership di Ziaur-Rahman. Ma il consenso ottenuto si rivelò presto fittizio e il malcontento popolare culminò nell'omicidio dello stesso Ziaur-Rahman nel giugno 1981. Il suo successore, Abdus Sattar, venne destituito nel 1982 da una giunta militare capeggiata dal generale Hossain Mohammad Ershad, il quale sospese la costituzione e sciolse l'Assemblea Legislativa, assumendo pieni poteri. Nel marzo 1983 venne concesso ai partiti politici il permesso di riprendere la loro attività. La situazione tornò però a peggiorare alla fine dell'anno, allorché l'opposizione organizzò una serie di manifestazioni contro il regime che reagì con la forza, ripristinando il divieto di svolgere l'attività politica. Nel dicembre 1983 Ershad si proclamò capo dello Stato. I disordini continuarono l'anno seguente, mentre Ershad indisse le elezioni per il 1985, attenuando i rigori della legge marziale, che tornò però in vigore dopo il rifiuto delle opposizioni di partecipare alle consultazioni. Nello stesso anno la permanenza del regime militare venne sancita da un referendum popolare che l'approvò con il 94,14% dei suffragi. Nel 1986 fu abrogato il divieto di svolgere attività politiche, mentre venne costituito dai sostenitori del generale Ershad il partito Jatiyo, vincitore delle elezioni tenutesi nel maggio. Sempre nel 1986 il generale trionfò nelle presidenziali, boicottate dall'opposizione, e venne eletto alla massima carica dello Stato. Nel 1987, le opposizioni diedero inizio a uno sciopero a oltranza per costringere Ershad alle dimissioni, ma questi rispose con lo stato d'assedio e indicendo nuove elezioni che lo videro trionfatore per l'ennesima volta grazie soprattutto all'astensione dei partiti d'opposizione. Nel 1988 fu revocato lo stato d'assedio e l'Islam divenne religione di Stato. La situazione del Paese fu ancora una volta aggravata dalle calamità naturali: nel 1988 il B. venne devastato dalle inondazioni che provocarono ulteriori danni all'economia. Nonostante ciò, Ershad tentò con tutti i mezzi di mantenere il potere, varando tra l'altro nel 1989 una legge che prevedeva l'ampliamento dell'autonomia delle regioni sud-orientali in lotta contro il governo sin dagli anni Settanta. Le misure da lui adottate non bastarono però a garantirgli la governabilità del Paese. Nel dicembre 1990 venne costretto a dimettersi, in seguito alle insistenti manifestazioni di protesta della popolazione. Contemporaneamente, i partiti dell'opposizione elessero a capo del governo Shahabuddin che rimase in carica fino alle elezioni del febbraio del 1991, le prime a regime democratico, vinte dal Partito nazionale. A capo del governo fu eletta Khaleda Zia, vedova del presidente Zia Rhaman assassinato nel 1981, mentre in ottobre la presidenza della Repubblica fu affidata ad Abdur Raham Biswas. L'ex presidente Ershad fu condannato a dieci anni di detenzione per traffico di armi. Il processo di democratizzazione del Paese continuò con il confronto sempre più aperto tra il governo e le opposizioni. Anche la situazione economica del Paese cominciò a risollevarsi grazie alla politica liberista adottata dal governo che riuscì a mantenere sotto controllo l'inflazione, avviò una campagna di investimenti di capitale estero in B. e diede il via a un processo di privatizzazioni nel settore industriale. Alla modernizzazione del sistema economico non corrispose però un'adeguata politica sociale e ciò portò all'approfondimento del divario tra le classi più abbienti e quelle meno povere. Tale situazione favorì il sorgere di malcontenti tra la popolazione, che in alcune occasioni sfociarono in tumulti. La situazione fu aggravata da forti contrasti religiosi che opponevano i musulmani agli indù creando nel Paese una forte destabilizzazione. Nel corso del 1994 i 154 parlamentari di opposizione al Governo di Khaleda Zia boicottarono le attività del potere legislativo, fino alla rinuncia in massa a dicembre. Sheik Hasina, leader della Lega Awami (LA) guidò alcune manifestazioni di contadini - con la richiesta di elezioni sotto un’amministrazione neutrale - durante il 1994 e il 1995. Nelle elezioni del 15 febbraio 1996 le donne votarono per la prima volta nella storia del B. Il primo ministro Khaleda Zia mantenne il suo incarico, ma le elezioni realizzate sotto la supervisione dell’esercito vennero considerate fasulle. Alla paralisi del Paese promossa dalla LA, seguirono scontri tra la polizia e gli oppositori. La violenza non cessò con la caduta, il 30 marzo, di Zia. Il 23 giugno l’ex capo della Corte Suprema di Giustizia, Mohammed Habibur Rahman - che guidava il Governo neutrale prima delle nuove elezioni - affidò l’incarico di primo ministro alla signora Hasina Wajed, eletta nella nuova tornata elettorale del 12-19 giugno. I conflitti sociali proseguirono nel 1997 e si acuirono a dicembre con una serie di scioperi proclamati dai partiti dell’opposizione e occasionati dall’accordo del Governo con i capi dell’insurrezione armata del sud-est. Nel corso di alcuni giorni, tanto i sostenitori degli scioperi che gli oppositori realizzarono marce di protesta in varie città - Dacca. Chittagong, Barisal, Suleth, Raysani - e in molti villaggi, paralizzando il Paese. Nel 1998 il Paese fu colpito da una serie di inondazioni devastanti, che provocarono centinaia di vittime e un milione di senzatetto. Tra febbraio e aprile 1999 si verificarano, in particolare a Dacca e a Chittagong, numerosi attentati contro esponenti politici di vari orientamenti, oltre a violenti scontri tra i sostenitori della Lega Awami e quelli dei partiti di opposizione, che organizzarono una serie di scioperi generali. La situazione politica fu nuovamente segnata da tensioni, soprattutto in seguito all'approvazione della nuova legge sulla sicurezza pubblica (29 febbraio 2000), che attribuiva maggiori poteri alla polizia e creava tribunali speciali per i terroristi. Nell'aprile 2001, durante gli scioperi organizzati per far cadere il Governo, una bomba uccise sette persone; in giugno un attentato nella chiesa cattolica di Baniarchar, il primo mai commesso nel Paese contro un luogo di culto cattolico, provocò la morte di dieci persone. A luglio Hasina si dimise dal suo incarico e vennero fissate le elezioni per ottobre. La campagna elettorale fu caratterizzata da una tale ondata di violenze che alla vigilia del confronto elettorale si contavano 330 vittime. La situazione si aggravò dopo l'attacco terroristico dell'11 settembre 2001 alle Torri Gemelle e al Pentagono, poiché due dei tre partiti della coalizione d'opposizione guidata da Begum Khaleda Zia erano gruppi integralisti islamici che simpatizzavano per i Talebani. Le consultazioni, tenutesi il 1° ottobre, segnarono una svolta integralista nel B., con la vittoria schiacciante della coalizione di opposizione guidata da Khaleda Zia, nuovamente nominato primo ministro. Nel 2002 si avvicendarono tre presidenti: A.Q.M. Badruddoza Chowdhury, Jamiruddin Sircar e Iajuddin Ahmed (tuttora in carica). Nell'agosto 2004 il Paese fu colpito dalla più grave alluvione verificatasi in B. negli ultimi 20 anni; le piogge monsoniche, cadute incessantemente per settimane, coprirono due terzi del territorio, provocando centinaia di morti e decine di milioni di senzatetto e prostrando un'economia già pesantemente in crisi. Fortunatamente il violento tsunami che nel dicembre 2004 devastò molti Stati del Sud-Est asiatico interessò marginalmente il B.: l'onda d'urto, giunta qui in maniera attenuata, causò poche vittime e allagamenti di non grave entità. Nel gennaio 2005 Shah A.M.S. Kibria, esponente di spicco della Lega Awami all'opposizione, rimase vittima di un attentato. La sua morte scatenò una serie di scioperi e un anno di boicottaggio parlamentare da parte degli membri del suo partito. Nell'ottobre 2006, giunto a termine il mandato del premier Begum Khaleda Zia, venne indicato come nuovo premier K.M. Hasam. Ma l'opposizione, che considerava Hasam un partigiano del partito al potere (il Bangladesh Nationalist Party), non accettò la sua nomina a primo ministro. Si innescò una profonda crisi politica che si risolse con la provvisoria assunzione dell'incarico di capo del Governo dal parte del presidente Ahmed, in vista delle elezioni fissate per il gennaio 2007.
La moschea Chandan Pura a Chittagon (Bangladesh)

Risaie nei pressi di Dacca

Il maremoto che ha colpito gli Stati del sud-est asiatico il 26 dicembre 2004