Istituto centrale del sistema bancario italiano, autorizzato a emettere biglietti di banca
aventi corso legale. Formalmente è organizzata come un ente giuridico di diritto privato,
ossia come una società per azioni (di proprietà dello Stato); di fatto è un organo statale,
separato però dall'amministrazione pubblica che lo controlla attraverso la figura del
governatore, il quale opera in stretto contatto col ministro del Tesoro e con gli altri
ministri finanziari, nonché col capo del Governo per coordinare l'attività della Banca con
le direttive economiche del Governo. La costituzione della
B. d'I. risale al 1893 e
fu conseguente ai gravi scandali bancari di quel periodo (crisi bancaria e crollo della
Banca Romana), collocandosi nell'ambito della riforma del sistema bancario resasi
improcrastinabile. Essa nacque dalla fusione di tre dei sei istituti di emissione
allora operanti, ovvero la Banca Nazionale del Regno d'Italia, la Banca Nazionale
Toscana e la Banca Toscana di Credito per le Industrie e il Commercio. Venne così
a costituirsi un unico istituto avente le funzioni di controllo della circolazione
monetaria, ma non ancora l'esclusiva dell'emissione, operazione, questa, che restava
affidata anche al Banco di Sicilia e al Banco di Napoli. Solo con la legge n. 812
dell'8 maggio 1926, venne decretata l'unificazione dell'emissione a favore della
B. d'I., la quale, in tal modo, diventò l'unico istituto autorizzato a
battere moneta e ad avere il controllo sull'attività svolta da tutti gli altri
istituti bancari. Col decreto legge n. 375 del 12 marzo 1936, essa fu dichiarata
Istituto di Diritto Pubblico, con il divieto di esercitare le operazioni tipiche
degli altri istituti di credito nei confronti della clientela privata. Lo statuto
della
B. d'I., approvato nel giugno 1936 e modificato nell'aprile del 1948,
stabilisce quanto segue: l'amministrazione centrale ha sede in Roma; le sue filiali
si distinguono in sedi, succursali e agenzie. Suoi organi centrali sono: l'assemblea
dei partecipanti; il consiglio superiore; il comitato del consiglio superiore; il
governatore; i sindaci nel numero di cinque effettivi e di due supplenti. Tutti
gli organi direttivi e di controllo sono nominati dall'assemblea dei partecipanti.
Spetta al consiglio superiore nominare il comitato e il governatore, il quale rappresenta
la massima carica esecutiva dell'istituto. La nomina e la revoca del governatore,
nonché quella del direttore generale e del vice direttore deve però essere approvata
con decreto del presidente della Repubblica, dopo l'assenso del Consiglio dei ministri.
Tra le attuali operazioni di competenza della
B. d'I. la prima è l'emissione
di carta-moneta (le monete metalliche vengono coniate dalla zecca), senza alcun
obbligo di possedere un'adeguata copertura in oro o in divise estere. Si tratta
di un'attività che richiede estrema cautela, data la necessità di giudicare,
nella giusta misura, il fabbisogno di denaro liquido, evitando eccedenze che
porterebbero a una svalutazione della moneta stessa. La seconda attività riguarda
la raccolta di depositi in conto corrente provenienti dalle banche e dagli istituti
per il credito speciale. Inoltre la
B. d'I. concede sconti (di cambiali e
di buoni ordinari del tesoro), nonché anticipazioni garantite da titoli a scadenza
fissa o in conto corrente a favore degli altri istituti di credito, su effetti che
le banche hanno precedentemente scontato ai loro clienti. Queste operazioni sono
attuate per necessità contingenti di liquido delle banche che le richiedono.
Mediante il CICR (Comitato Interministeriale per il Credito e per il Risparmio) la
B. d'I. provvede al controllo della riserva obbligatoria delle banche e alle
sue eventuali variazioni. Inoltre controlla in generale l'operato delle altre banche.
Nei confronti dello Stato, essa svolge una funzione di tesoreria e vigila sull'emissione
dei titoli. Con l'avanzare del processo d'integrazione europea, l'adozione in
Italia dell'euro (2002) e l'adesione al Sistema Europeo di Banche Centrali (SEBC),
il ruolo della
B. d'I. va oggi considerato nel più ampio contesto istituzionale
comunitario, in particolare in rapporto alle direttive della Banca Centrale Europea
(BCE). Oltre agli impegni nell'ambito del SEBC, la
B. d'I. partecipa alle
attività dei principali organismi finanziari internazionali. La Banca e il
ministero dell'Economia e delle Finanze rappresentano l'Italia nel Fondo Monetario
Internazionale (FMI), nella Banca Mondiale e nelle banche multilaterali di sviluppo,
la cui attività è circoscritta a specifiche aree geografiche: la Banca europea per la
ricostruzione e lo sviluppo, la Banca asiatica di sviluppo, la Banca interamericana di
sviluppo e la Banca africana di sviluppo. Il governatore della
B. d'I. è anche
governatore per l'Italia nella Banca Mondiale e nella Banca asiatica di sviluppo; il
direttore generale dell'istituto è invece vicegovernatore per l'Italia nel FMI e nella
Banca interamericana di sviluppo. Entrambi, poi, sono membri del Consiglio di
amministrazione della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI), di cui la
B. d'I. è socio fondatore. La BRI è un importante foro di discussione
internazionale e di indirizzo per le banche centrali sui temi del
central
banking e della vigilanza sugli intermediari bancari e finanziari. Il governatore
della
B. d'I. rappresenta l'istituto nelle riunioni dei gruppi intergovernativi
- Gruppo dei Sette (G7), dei Dieci (G10), dei Venti (G20) - cui partecipano i ministri
economici e i governatori delle banche centrali. Un membro del direttorio della
B. d'I. prende parte alle riunioni del Foro per la stabilità finanziaria,
istituito allo scopo di valutare gli elementi di potenziale vulnerabilità del
sistema finanziario internazionale e di individuare misure atte a fronteggiare
l'insorgere di crisi sistemiche. La
B. d'I. svolge infine attività
di assistenza tecnica e di cooperazione nei confronti di banche centrali di Paesi in
transizione verso l'economia di mercato e di quelli in via di sviluppo, che si sostanzia
in seminari, visite di studio e consulenze, prendendo altresì parte a numerose iniziative
di cooperazione multilaterale promosse dagli organismi internazionali. Tutte le principali
funzioni dell'istituto di via Nazionale a Roma, dalla politica monetaria alla
vigilanza creditizia e finanziaria, fino alla supervisione dei mercati e alla
tutela della concorrenza nel settore del credito, vanno così inquadrate nel
contesto degli assetti economici e degli accordi di mercato dell'Unione europea.
Per tale motivo lo scandalo esploso in Italia nell'estate del 2005 in relazione al
ruolo poco trasparente giocato dalla
B. d'I. nell'affare Antonveneta ebbe ampia
risonanza comunitaria. Infatti, il concomitante tentativo di scalata finanziaria alla
Banca Antonveneta da parte di operatori sia nazionali sia stranieri mise in luce le
gravi responsabilità del governatore Antonio Fazio (V.) che, venendo meno al suo
ruolo istituzionale di garante
super partes, avrebbe favorito personalmente
la Banca Popolare Italiana (ex Popolare di Lodi) diretta da Giampiero Fiorani, a
danno del gruppo olandese rivale Abn-Amro. Il grave deficit di credibilità della
B. d'I. sul piano comunitario portò alle dimissioni di Fazio (dicembre 2005)
e alla nomina a nuovo governatore di Mario Draghi.