Teorico e critico cinematografico ungherese. Esponente di primo piano della
cultura del suo Paese (romanziere, sceneggiatore, librettista per Béla
Bartók), si accostò al movimento di sinistra che andava
delineandosi in Ungheria al principio del secolo. Fallita la Rivoluzione
comunista del 1919, fu costretto a emigrare in Austria e successivamente in
Unione Sovietica. A Mosca fu insegnante di sceneggiatura presso la locale
accademia cinematografica e mantenne questo posto dal 1932 al 1945, anno in cui
poté rientrare in Ungheria. Le sue opere, tra le quali citiamo
Der
sichtbare Mensch (1924),
Der Geist des Films (1930), e
Iskusstvo
Kino (1945), difendono l'autonomia espressiva del cinema e insistono
sull'importanza del montaggio e del primo piano. I saggi di
B. furono
pubblicati in Germania, in Austria e in Unione Sovietica e influirono
notevolmente sulla cultura cinematografica mondiale (Szeged 1884 - Budapest
1949).