Uomo politico cileno. Appartenente a una famiglia della ricca aristocrazia
terriera, si orientò verso il radicalismo politico, contro l'oligarchia
di potere espressa dalla sua stessa classe di appartenenza e sostenuta dagli
interessi capitalistici stranieri. Eletto deputato nel 1870, divenne uno degli
oratori più popolari, manifestando posizioni sociali molto avanzate. La
sua elezione alla presidenza della Repubblica nel 1886 determinò
un'importante svolta politica. Ostile alla forte influenza che la Chiesa
cattolica aveva ancora in Cile e intenzionato a promuovere riforme contrarie
agli interessi dell'oligarchia terriera,
B. prese una serie di
provvedimenti (tra l'altro, rese obbligatorio il matrimonio civile) che
incontrarono la dura opposizione dei clerico-conservatori che lo indussero ad
assumere poteri semi-dittatoriali per non dover sottostare ai veti del Congresso
nazionale.
B. mirava ad allargare la base industriale del Paese e mirava
al controllo nazionale del salnitro. Per raggiungere ciò egli intendeva
rafforzare le basi del potere presidenziale per sottrarre l'esecutivo dal
crescente condizionamento della maggioranza conservatrice. Non riuscì
però a sconfiggere i suoi potenti nemici interni ed esterni. Dopo una
sanguinosa guerra civile tra il gennaio e il febbraio 1891, dopo il
pronunciamiento delle maggiori gerarchie militari, la maggioranza dei
parlamentari conservatori promosse la sua destituzione. Rifugiatosi presso
l'ambasciata argentina,
B. redasse un lungo testamento politico e
anziché consegnarsi vivo nelle mani dei suoi nemici preferì
uccidersi, mentre il ritorno al potere dei conservatori favoriva il
consolidamento degli interessi precostituiti e la formazione di nuovi interessi
finanziari stranieri (Santiago 1838-1891).