Uomo politico scrittore e teorico dell'anarchismo russo. Discendente da
un'antica e nobile famiglia, fu avviato alla carriera militare e
frequentò la scuola di artiglieria di Pietroburgo, diventando ufficiale
nel 1834. L'anno seguente lasciò l'esercito e si iscrisse alla
facoltà di Filosofia dell'università di Mosca. Qui
frequentò il circolo dell'hegeliano N. Stankevic e si legò a un
gruppo di giovani, tra cui I. Turgheniev e V. Bielinskij, che si riunivano
attorno ad A. Herzen, e che all'interesse per la filosofia moderna univano una
profonda inclinazione per i problemi politici. Recatosi a Berlino nel 1840, vi
seguì tra il 1841 e il 1842 il corso di Schelling. Passò poi a
Dresda dove conobbe A. Ruge col quale collaborò agli "Annali tedeschi", e
subì l'influsso dei circoli più estremisti della sinistra
hegeliana. Come collaboratore degli "Annali tedeschi", si mise in luce nel 1842
scrivendo un lungo articolo che firmò con lo pseudonimo di
Jules
Elysard:
La reazione in Germania. Frammento di un francese. Alla base
del suo pensiero vi era la concezione della negazione come forza rivoluzionaria
e creatrice: egli respingeva qualsiasi tentativo di mediazione e di compromesso
che, indebolendo gli opposti, ostacolasse lo sviluppo dialettico.
B.
insisteva in tal modo sulla necessità di inasprire le antitesi, ritenendo
il partito del "giusto mezzo" inconciliabile col movimento dialettico della
storia la quale per
B. accentua l'opposizione dei contrari e abolisce i
partiti intermedi. Di qui la sua fede nella rivoluzione apportatrice di salvezza
e la sua visione, in verità non molto chiara, di un comunismo
anarchicheggiante. Tra il 1844 e il 1847 a Parigi venne in contatto con Marx e
fu attratto dalle teorie anarchiche di Proudhon. Nel 1848, nel congresso di
Praga sostenne l'idea di una liberazione slava essenziale per l'abbattimento del
dispotismo europeo. Nel 1849 si recò in Sassonia e incontrò Wagner
che non rimase insensibile al suo fascino. Nel maggio 1849 si rese protagonista
della sollevazione di Dresda di cui divenne l'eroe leggendario. Arrestato dagli
Austriaci nel 1851 fu consegnato ai Russi che, nel 1857, lo deportarono in
Siberia, da dove riuscì a fuggire nel 1861. Dopo un avventuroso viaggio
attraverso l'Asia e l'America, giunse a Londra, dove riprese a tessere le fila
del movimento rivoluzionario anarchico. Dopo un vano tentativo di sbarcare in
Lituania per partecipare all'insurrezione polacca del 1863, ritenendo che i
Paesi latini avrebbero imitato i metodi slavi di rivolta, volse la propria
attenzione soprattutto verso l'Italia e la Spagna e stabilì contatti con
Mazzini a Londra. Dal 1864 al 1867
B. soggiornò in Italia dove
diede vita alla "Fratellanza Internazionale" (una associazione segreta che si
prefiggeva l'eliminazione di ogni privilegio e che contribuì alla fine
del mazzinianesimo), e poi all'"Alleanza Internazionale della Democrazia
Socialista". Sono questi gli anni in cui maggiore diviene il contrasto con Marx
e con Mazzini del quale non condivideva il programma spiritualistico teologico
che si appellava più agli ideali del dovere che alla forza. Nel 1869 le
sezioni spagnole, svizzere e italiane della Alleanza aderirono alla
Internazionale e ciò diede inizio al conflitto con Marx che si concluse
nel 1872 con l'espulsione di
B. dalla Internazionale e con la scissione
dalla frazione marxista al Congresso dell'Aia del settembre 1872. Già da
quando nel 1843 aveva collaborato con Marx in Svizzera agli "Annali tedeschi",
sostanziali erano apparse le differenze tra i due. Mentre Marx si impegnava a
ricercare le ragioni storiche che rendono la rivoluzione sociale necessaria,
B. rimaneva legato alla sua iniziale concezione idealistica della
rivoluzione. Oltre che da L. Hess, egli aveva tratto gran parte della sua fede e
della sua ispirazione dalla latente violenza anarchica del contadino russo che
traspariva dietro un'apparente docilità e sottomissione. Come emerge dai
suoi scritti politici (in particolar modo in
Stato e anarchia del 1873 e
anche nelle altre opere raccolte in
Oeuvres complétes, 1895-1913)
B. era convinto che la funzione dei rivoluzionari consistesse
nell'imbrigliare questa violenza latente in vista della distruzione del vecchio
ordinamento: dall'abbattimento di quest'ultimo sarebbe sorta una società
migliore, della quale egli forniva però indicazioni piuttosto vaghe. Del
resto, egli credeva che soprattutto il popolo russo, "socialista per istinto e
rivoluzionario per natura", avrebbe creato da solo le nuove forme di tipo
comunitario. Inoltre per
B. la sollevazione avrebbe avuto le sue basi nei
contadini poveri e non nel moderno proletariato organizzato in partito. Non
credeva quindi alla transitoria dittatura del proletariato, ma mirava alla
distruzione di tutte le organizzazioni statali e alla costituzione di gruppi
comunitari, associazioni volontarie, organizzazioni municipali. In tal modo si
sarebbe fondata una società anarchica, dove liberi produttori si
sarebbero uniti in una sorta di libera federazione. Il suo pensiero, soprattutto
l'opposizione a qualsiasi tipo di autorità religiosa e politica,
contribuì allo sviluppo del movimento anarchico cresciuto negli ultimi
decenni del XIX sec. In particolar modo la sua influenza si fece sentire in
Italia: al suo pensiero si rifecero infatti le sezioni della Prima
Internazionale e fra i bakuninisti (o collettivisti-anarchici) si formarono i
maggiori esponenti del socialismo italiano: A. Costa, A. Cafiero, E. Malatesta e
F.S. Merlino. Lo stesso
B. partecipò all'insurrezione bolognese
dell'agosto 1874, dopo il cui fallimento si rifugiò a Berna dove
morì (Prjamuchino, Tver 1814 - Berna 1876).