Filosofo, teologo e scienziato inglese. Detto
Doctor
mirabilis, studiò a Oxford e a Parigi, nella cui università
insegnò Teologia dal 1240 al 1247 al tempo delle prime grandi dispute
intorno all'Aristotelismo. Intorno all'anno 1250 entrò nell'ordine
francescano. Quando nel 1265 divenne papa, col nome di Clemente IV, il suo
antico protettore Guido Fulcodi,
B. cominciò a preparare per lui
una specie di enciclopedia del sapere del tempo. Compose dunque l'
Opus
maius, l'
Opus minus e l'
Opus tertium. Alla morte del papa,
però, cadde in disgrazia, e le sue dottrine furono considerate sospette
dal generale dei francescani Girolamo d'Ascoli, anche perché assai
critiche verso alcuni domenicani suoi contemporanei, compreso san Tommaso. Nel
1277 fu incarcerato e durante la sua prigionia attese alla composizione del
Compendium studii Theologiae che, alla sua morte nel 1292, risultò
essere ancora incompleto. La concezione del sapere di
B., contenuta
nell'
Opus maius, ritiene le scienze finalizzate a una giustificazione
razionale del Cristianesimo. Dio infatti non ha rivelato solo le verità
religiose e morali, mediante la fede, ma anche quelle scienze necessarie alla
comprensione di queste verità e alla organizzazione della vita sociale e
individuale. Per
B. vi è una rivelazione primitiva, comune ai
profeti e ai filosofi, il cui contenuto è la legge e la filosofia, che
pertanto è resa possibile solo dall'illuminazione di Dio ed è
subordinata alla teologia. Vi è, poi, una illuminazione universale,
coincidente con l'azione di Dio, intelletto agente, e una speciale, riservata a
pochi, di tipo mistico e interiore. Una teoria particolarmente interessante di
B. è quella detta dell'
ilemorfismo, secondo cui la materia
contiene in sé un principio di specificazione che, di passaggio in
passaggio, l'ha portata dall'universale al singolare, di modo che ogni forma
trova sede in una specifica materia. È evidente lo sforzo di dare una
concretezza al concetto universale, per farne non più solo un aspetto che
l'intelletto coglie nelle cose, ma una forza reale e operante. L'importanza del
pensiero scientifico di
B. risiede principalmente nel suo considerare la
scienza come un mezzo per migliorare la condizione umana, non come una
realtà compiuta e inalterabile per rispetto degli antichi. A lui, anzi,
l'antichità parve la giovinezza dell'umanità. E in effetti fu uno
spirito acutissimo: per primo si accorse degli errori del calendario giuliano e
segnalò i punti vulnerabili della teoria tolemaica. Nel campo dell'ottica
scoprì le leggi della riflessione e della rifrazione. Si interessò
di chimica e di meccanica e di molti altri aspetti della scienza applicata
(Ilchester, Somersetshire 1214 circa - Oxford 1292).