(detto
Bach Milanese,
o
Bach Londinese).
Compositore tedesco. Undicesimo dei tredici figli di Johann Sebastian e della
seconda moglie Anna Magdalena, studiò prima con il padre e poi a Berlino
fino al 1756, con il fratellastro Carl Philipp Emanuel, sotto la guida del quale
compose i primi lavori. Affascinato dal teatro, si recò in Italia nel
1756, ed ebbe la possibilità di studiare a Milano (di qui il suo
soprannome) e a Bologna con padre Martini. Nel 1760, convertito al
Cattolicesimo, ottenne il posto di organista del duomo di Milano, al quale
affiancò nel 1762 quello di maestro di cappella di Santa Maria del
Caravaggio. Esordì in teatro nel 1761 a Torino e a Napoli. Nell'estate
del 1762 si trasferì a Londra: divenne compositore ufficiale del celebre
King's Theatre e la sua fama lo portò due anni dopo al prestigioso
incarico di maestro di musica della regina. A quel periodo (1764) risale il suo
primo incontro con Mozart ancora bambino, che subì notevolmente la sua
influenza, come risulta evidente dai primi concerti del grande Salisburghese.
Sempre in quell'anno diede vita, assieme a C.F. Abel ai
Bach-Abel
Concerts, per i quali scrisse numerose composizioni, da lui stesso dirette.
Nel 1774 sposò la cantante italiana Cecilia Grassi, che risiedeva a
Londra. L'attività operistica di
B., fu seguita con interesse in
Inghilterra e in Germania, ma la sua popolarità diminuì
considerevolmente dopo l'avvento di Sacchini e degli altri operisti di moda,
tanto che la sua ultima fatica, l'
Amadis des Gaules, rappresentata a
Parigi nel 1779, passò quasi inosservata. Alla sua produzione teatrale
appartengono, tra l'altro,
Artaserse (1761), l'opera del suo esordio
torinese, le numerose opere scritte a Londra (
Orione ossia Diana vendicata;
Adriano in Siria, ecc.) e quelle rappresentate a Mannheim
(
Temistocle, 1772;
Lucio Silla, 1776), commissionategli dal
principe Carl Theodor, suo grande ammiratore. Vicino allo stile napoletano di
Jommelli, Traetta e Hasse,
B. si preoccupò soprattutto
dell'armonizzazione del canto e della strumentazione, nelle quali si
dimostrò abilissimo. Anche se subì fin da giovane, dopo le prime
composizioni sacre (
Requiem in do minore) il fascino dello stile
"galante" al quale si volse incondizionatamente, lasciò pagine di
autentica bellezza, anche nel campo strumentale, al quale attese soprattutto
negli ultimi anni del soggiorno londinese. Frequentò con entusiasmo la
forma della sonata, ne compose circa cento, e meritano una citazione, fra le
altre la
Sinfonia in sol minore opera VI n. 6 e la
Sinfonia in mi
bemolle opera IX n. 2, in cui si notano numerosi elementi che precorrono
l'arte di Mozart, e i trentasette concerti, uniti alla produzione cameristica
(Lipsia 1735 - Londra 1782).