Scrittore, poeta, narratore, saggista, drammaturgo italiano.
Ha al proprio attivo una produzione letteraria vastissima, che si riallaccia
coscientemente alla tradizione ottocentesca e al filone manzoniano e
carducciano. Fu tra i fondatori della rivista "La Ronda", collaboratore della
"Stampa" e del "Corriere della Sera". Aperta alla rievocazione del passato e
all'analisi storico-politica, sottilmente indagatrice delle motivazioni etiche
dei fatti, la sua opera affronta i temi più disparati. A una sorta di
Classicismo programmatico
B. giunse dopo il superamento di una fase
decadente testimoniata da
Poemi lirici (1914) e dal dramma
Amleto
(1918). Un certo equilibrio fra intelligenza, moralità e fantasia, si
respira nella favola satirica
Lo sa il tonno (1923), in cui un pescespada
educa un giovane tonno a una pacata saggezza. Nel 1927 fu composto il primo
grande romanzo di impianto storico:
Il diavolo al Pontelungo, storia
degli esperimenti bakuniani in Italia e del loro fallimento. Di ispirazione
psicologico-sociale sono invece i meno felici
La città degli
amanti (1929) e
Oggi, domani e mai (1932). Con il suo capolavoro, la
trilogia
Il mulino del Po (1938-1940), in cui le vicende di una famiglia
di mugnai permettono di abbracciare un intero secolo di storia, dalla ritirata
napoleonica dalla Russia a Vittorio Veneto,
B. tocca il culmine della sua
capacità narrativa. Al filone del romanzo storico, affrontato nel ricordo
delle lezioni manzoniane, appartiene anche
I tre schiavi di Giulio Cesare
(1958). Il tema dell'amore coniugale è sviluppato in diversi romanzi:
Una passione coniugale (1930),
Rapporto segreto (1967) e
Afrodite: un romanzo d'amore (1969). Notevole è anche la sua
produzione saggistica (
Saggi critici, 1962), le biografie
(
Rossini, 1954), le edizioni di classici e anche la produzione teatrale,
pur se inferiore a quella narrativa. Fra i lavori degli anni Settanta meritano
di essere ricordate:
Confessioni letterarie, 1973; il romanzo,
ironicissimo,
Il progresso è un razzo: un romanzo matto, 1975;
Il sommergibile, 1978, dibattito sulla pena di morte, in cui
B.
assume un atteggiamento provocatorio nei confronti della società
contemporanea. L'elemento cruciale della varia ispirazione bacchelliana è
sempre la riflessione sulla condizione umana. Lo stile, assai ornato, in grado
di assorbire vari elementi idiomatici e dialettismi, tende sempre a un vigoroso
realismo (Bologna 1891 - Monza 1985).
Riccardo Bacchelli