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WATERGATE, SCANDALO
(1972-1975). La scoperta, da parte di due giornalisti del "Washington Post", di attività illegali da parte dell'amministrazione del presidente Richard Nixon durante la campagna elettorale presidenziale del 1972, e il conseguente tentativo di ostruzione della giustizia da parte dello stesso presidente. La vicenda ebbe origine con l'installazione di un sistema di intercettazione telefonica nel quartier generale del Partito democratico presso il complesso residenziale Watergate a Washington, a beneficio del comitato per la rielezione del repubblicano Nixon, presidente in carica. Questi, accettando le dimissioni dei suoi collaboratori coinvolti, si dichiarò pubblicamente estraneo alla vicenda, ma uno di loro, durante il processo, lo accusò di occultare la sua partecipazione, dimostrata da registrazioni delle conversazioni presidenziali. Dopo una lunga battaglia procedurale furono rivelate anche illegalità nella raccolta dei fondi per la campagna elettorale, tentativi di evasione fiscale, riscossione di tangenti e altri reati. Travolto dall'apertura di un'indagine di amplissima risonanza pubblica da parte del Congresso e dalla messa in stato d'accusa (impeachment), Nixon annunciò le dimissioni l'8 agosto 1974.
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