(detto Abate Cìccio). Pittore
e architetto italiano. Formatosi inizialmente alla scuola del padre Angelo, si
trasferì in seguito a Napoli dove frequentò lo studio di L.
Giordano; assorbì anche la lezione di A. Preti, G. Lanfranco e P. da
Cortona, il cui influsso si manifestò sin dalle sue prime opere.
S. influenzò a sua volta molti artisti del Settecento che
trovarono ispirazione soprattutto nei suoi affreschi, caratterizzati da una
grande sensibilità nell'uso dei colori e della luce: ne sono un esempio
gli affreschi della sacrestia della chiesa di San Paolo Maggiore (1689-90) e le
tele custodite nella chiesa di San Nicola alla Carità (1697) a Napoli.
Venuto in contatto con l'ambiente artistico romano, in particolare con C.
Maratta e alcuni membri dell'Accademia di Francia, S. ne assorbì
delle istanze riscontrabili ne La cacciata di Eliodoro (1725,
Napoli chiesa di Gesù Nuovo) e in Borea rapisce Orinthia (Roma,
galleria Spada). In seguito il suo stile subì un ulteriore cambiamento
che lo portò ad avvicinarsi al gusto neobarocco che segnò i suoi
ultimi lavori: Trionfo di Carlo III di Borbone alla battaglia di Gaeta
(Caserta, palazzo reale), Ritratto di Marzio Carafa (Napoli, Museo
nazionale di Capodimonte) (Canale, Avellino 1657 - Napoli 1747).