Solimena, Francesco.

(detto Abate Cìccio). Pittore e architetto italiano. Formatosi inizialmente alla scuola del padre Angelo, si trasferì in seguito a Napoli dove frequentò lo studio di L. Giordano; assorbì anche la lezione di A. Preti, G. Lanfranco e P. da Cortona, il cui influsso si manifestò sin dalle sue prime opere. S. influenzò a sua volta molti artisti del Settecento che trovarono ispirazione soprattutto nei suoi affreschi, caratterizzati da una grande sensibilità nell'uso dei colori e della luce: ne sono un esempio gli affreschi della sacrestia della chiesa di San Paolo Maggiore (1689-90) e le tele custodite nella chiesa di San Nicola alla Carità (1697) a Napoli. Venuto in contatto con l'ambiente artistico romano, in particolare con C. Maratta e alcuni membri dell'Accademia di Francia, S. ne assorbì delle istanze riscontrabili ne La cacciata di Eliodoro (1725, Napoli chiesa di Gesù Nuovo) e in Borea rapisce Orinthia (Roma, galleria Spada). In seguito il suo stile subì un ulteriore cambiamento che lo portò ad avvicinarsi al gusto neobarocco che segnò i suoi ultimi lavori: Trionfo di Carlo III di Borbone alla battaglia di Gaeta (Caserta, palazzo reale), Ritratto di Marzio Carafa (Napoli, Museo nazionale di Capodimonte) (Canale, Avellino 1657 - Napoli 1747).

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